Alcuni Comuni italiani (si cita l’esempio di Pisa) decidono di sospendere il pagamento dell’imposta di soggiorno fino al 31 dicembre e l’Abbac attacca gli amministratori locali della Campania che, invece, non intendono sfruttare questa strada che avrebbe potuto contribuire al rilancio del turismo nella Regione.
Di seguito la nota di Agostino Ingenito presidente dell’Associazione delle strutture extralberghiere:
Tassa di soggiorno, il falso sostegno dei Comuni della Campania. Mentre il Comune di Pisa ha sospeso l’imposta fino al 31 dicembre, in Campania non ci pensano affatto Napoli, Salerno, le maggiori città, come tutte le località turistiche regionali, pur avendo ricevuto un ristoro dal Governo. A parole dicono tutti di voler aiutare gli operatori del turismo a ripartire ma poi non fanno nulla – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito –. Eppure abbiamo inviato precise note e informato sulle modalità più opportune per garantire quel sostegno manifestato pubblicamente da sindaci ed amministratori provinciali e regionali. Non solo non vi sono state esenzioni ma, dopo il rinvio di qualche mese, pretendono il pagamento pieno dei tributi locali con le tariffe speciali tari precovid. Avevamo persino suggerito con email pec e comunicati, la necessità di integrare quegli accordi territoriali per le locazioni per evitare la desertificazione di questo periodo, con centinaia di rinunce di scie amministrative e garantire l’applicazione delle aliquote ridotte per le locazioni ma nulla, continuano a non capire – continua Agostino Ingenito. Auspichiamo che dal Parlamento possa emergere la sensibilità di qualche onorevole che interroghi il Governo sulla situazione. Non speriamo nei consiglieri regionali presi dalla febbre del consenso per le prossime elezioni che sembrano aver ulteriormente dimenticato il nostro settore – non usa mezzi termini il presidente dell’Abbac -. Neppure in materia di salvaguardia e tutela della salute hanno accolto il nostro invito di istituire dei checkpoint per consentire che le responsabilità in caso di contagi fossero prese in carico agli enti locali e non ai singoli operatori costretti a munirsi di kit obbligatori e a rischiare contagi, isolamenti e quarantene.