Continua lo scontro tra Eav ed i propri dipendenti aderenti al sindacato Orsa. Una vicenda che sta provocando pesanti disservizi con continui tagli di corse sulle linee della Circumvesuviana. Da diversi giorni, infatti, il personale rifiuta di fare lo straordinario e questo sta mettendo in crisi l’azienda costretta a cancellare numerose corse.
Una diatriba della quale fanno le spese i viaggiatori che sta assumendo toni sempre più aspri come confermano le note che pubblichiamo di seguito. La prima è di Eav, la seconda è la risposta di Orsa.
Il comunicato Eav:
Sembra quasi che siamo pazzi o scemi. Variamo un nuovo orario con più corse ma poi non abbiamo il personale. Abbiamo finalmente i treni ma manca il personale.
In realtà il nuovo orario con più corse prevede una quota di lavoro straordinario, la stessa di sempre, la stessa degli ultimi cinque anni. Nulla di più. Chiaramente se improvvisamente i lavoratori rifiutano lo straordinario il nuovo orario (ma anche il vecchio) va in crisi.
Ma perché i lavoratori rifiutano lo straordinario che hanno sempre fatto? Questa è la domanda, a cui non c’è risposta.
Il sindacato Orsa firma un accordo ed il giorno dopo lo contesta. Ma allora perché lo ha firmato?
Noi abbiamo il massimo rispetto per tutte le organizzazioni sindacali ma ci aspettiamo altrettanto rispetto. Soprattutto meritano rispetto i cittadini.
Abbiamo firmato un accordo con tutti i sindacati per nuovi turni e per il nuovo orario di esercizio. Un orario che ovviamente faceva anche affidamento su una percentuale di lavoro straordinario, la stessa che si è praticata negli ultimi 5 anni, nessuna forzatura.
Un accordo frutto di giornate intere di lavoro ed incontri infiniti. Un accordo nell’interesse dei cittadini che prevede un maggior numero di corse sulle tratte più affollate. Più corse rese possibili da un maggior numero di treni a disposizione. Un orario che consente di azzerare o quasi i ritardi e quindi in linea con i limiti di velocità ed i tempi di percorrenza necessari.
Ebbene, cosa accade? Che il sindacato Orsa che ha firmato l’accordo lo contesta ed alimenta una protesta di alcuni lavoratori che decidono di non accettare più prestazioni di lavoro straordinario mettendo in crisi l’azienda.
In un momento critico e delicato, quando si è fatto il massimo per offrire un servizio migliore, quando finalmente si possono fare più corse, dopo che si è raggiunto un accordo con tutti, che si fa? Si dice che non va niente bene?
Qualcuno dimentica che i ricavi da traffico sono stati ridotti al 50% dal covid e l’affidabilità del servizio mette in crisi i futuri ricavi e quindi i premi di produttività per tutti i lavoratori.
Allora siamo chiari. Per ora abbiamo un orario e turni concordati con tutte le organizzazioni sindacali e questo resta sino a quando non si dovesse giungere ad un nuovo accordo, sempre con tutti. Anche perché formalmente non vi è alcuna richiesta di incontro ufficiale sul tema o disdetta di accordi firmati ed in essere.
Il nuovo orario ed i nuovi turni restano in vigore. Naturalmente verificheremo sul campo le criticità e come sempre faremo gli opportuni cambiamenti.
Prendiamo atto che i lavoratori sono stanchi e non vogliono fare più straordinario e per 10 giorni non comandiamo più straordinario. Per ora abbiamo dovuto quindi fare delle scelte di emergenza e ridurre il servizio.
Intanto chiederemo ad ogni singolo lavoratore: tra 10 giorni sei disponibile a fare 1 o 2 o 8 ore di lavoro straordinario alla settimana? In base a queste disponibilità verificheremo il servizio possibile. Non vi è obbligo di fare straordinario ma un dovere di lealtà tra direzione e lavoratori. Basta essere chiari e si decide di conseguenza.
Ovviamente verrà riaperta appena possibile la linea Napoli/Scafati/Poggiomarino e si faranno riduzioni del servizio calibrate su tutte le linee.
Intanto proseguono le assunzioni e la formazione per i nuovi macchinisti assunti. Abbiamo assunto 90 tra capotreno e macchinisti. Tutti coloro che hanno superato la prova selettiva per la figura di macchinista sono stati assunti. Andremo avanti su questa linea.
La replica di Orsa:
Nei giorni scorsi i vertici dell’Eav hanno pubblicato un esilarante comunicato, che nel meschino tentativo di far ricadere sui lavoratori il fallimento del nuovo programma d’esercizio, ha messo invece in evidenza come le radici di questo fallimento affondino nell’incapacità manageriale di dirigenti totalmente inadeguati.
Può una grande azienda come l’Eav basare un programma d’esercizio ambizioso, che dichiara ben 66 corse treno in più rispetto a quello precedente (cosa non esatta, ma sbandierata in televisione, sugli organi di stampa, e i social media), sull’accettazione dello straordinario da parte dei propri dipendenti (cosa candidamente ammessa anche dagli stessi dirigenti)?
Può una grande azienda come Eav srl varare un simile programma d’esercizio in una situazione di grave carenza di personale e di materiale rotabile?
Ovviamente dirigenti capaci e lungimiranti avrebbero atteso l’arrivo degli altri treni e provveduto al completamento degli organici prima di procedere ad una variazione del programma d’esercizio, che giocoforza non poteva prescindere da questi due capisaldi. Se i dirigenti dell’Eav fossero stati capaci e lungimiranti, però…
Ironia della sorte nel giorno in cui è stato emesso il comunicato un treno in avaria si è bloccato nella fermata di Viuli, causando ritardi superiori ai sessanta minuti. Ritardi che sarebbero stati di lieve entità, se i tagli indiscriminati fatti, sempre dai dirigenti Eav negli anni scorsi, non avessero eliminato il presenziamento del personale nella stazione di Leopardi, costringendo oggi i treni ad una circolazione a binario unico su di una tratta abbastanza lunga, quale quella che va da Torre del Greco a Torre Annunziata, quando capita appunto un guasto che implica il blocco di una linea. L’avaria del treno è colpa dei tagli che hanno interessato il settore manutenzione o vogliamo addebitare anche questo ai lavoratori, che non fanno straordinario?
Riguardo proprio allo straordinario c’è da fare un ulteriore precisazione: la normativa vigente, (Dlgs 66/2003), ed il Contratto Nazionale di categoria impongono dei limiti stringenti per il ricorso alle prestazioni straordinarie, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori. Non si possono infatti superare le 250 ore annue secondo il citato Decreto Legislativo, che diventano 150 ore in sei mesi per il CCNL di categoria.
Per garantire il servizio ferroviario i lavoratori dell’Eav legati all’esercizio sforano abbondantemente i limiti citati. Quindi prima di parlare di straordinario bisognerebbe informarsi su quante ore di extra effettuano ogni anno i lavoratori e a quale stress psicofisico sono sottoposti quotidianamente. Fa quindi effetto sentir parlare di straordinario da chi sul tema opera nell’assoluta illegalità.
Per quanto concerne il mancato rispetto di presunti accordi firmati e non rispettati, il sindacato Orsa non accetta lezioni di etica sindacale da chi ha elevato a prassi aziendale consolidata il mancato rispetto di accordi liberamente sottoscritti. Chiedete pure informazioni, ad esempio, ai lavoratori dell’Area Circolazione, che si sono visti negare i riconoscimenti parametrali (e quindi economici) ottenuti per aver conseguito nuove abilitazioni e aver garantito una maggiore flessibilità di impiego a partire dal 1 ottobre 2019, anch’essi frutto di un accordo liberamente sottoscritto.
Il comunicato incriminato fa parte di una strategia consolidata da parte dei vertici Eav: sollevare un polverone mediatico, magari sfruttando organi di stampa e tv, per nascondere le inefficienze della loro gestione agli occhi dell’opinione pubblica individuando nei lavoratori il capro espiatorio.
Il giochino ormai è vecchio e onestamente ha stancato, ma per fortuna se ne stanno accorgendo tutti, persino i viaggiatori.