Noleggiare una barca e scorrazzare lungo le coste italiane non sarà più tanto semplice. La stretta arriva dal ministero delle Infrastrutture e mira a rendere più trasparente e più sicuro un settore cresciuto a dismisura negli ultimi anni e poco regolamentato. Oggi basta avere una patente nautica, o solo la carta d’identità se si tratta di una barca a motore con pochi cavalli, per fare praticamente anche il giro del Mediterraneo se solo si ha l’accortenza di rispettare il codice della navigazione. Non sarà più così. O meglio non si potrà più andare con una barca a noleggio se tutti i passeggeri non sono assicurati, se non si è inviata una segnalazione al proprio Circondario marittimo con tutti i dettagli del noleggio: numero di passeggeri, tipologia della barca, chi è ai comandi. Tutto, insomma. E tutto va annotato anche in un apposito registro che deve avere chi fa l’attività di noleggio. Nome delle barca, numero di passeggeri, l’abilitazione al comando e così via. Insomma una stretta forte. Un vero e proprio cappio che vuole far scomparire dal mercato chi non opera legalmente e, soprattutto, vuole regolamentare dal punto di vista della sicurezza.
Ma andiamo con ordine. Il ministero ha inviato al comando generale delle Capitanerie di porto una circolare, la numero 17619, con cui, appunto, disciplina l’attività di noleggio esercitata con natanti da diporto e per questo invita gli uffici marittimi ad adottare provvedimenti in linea con le disposizioni al fine di salvaguardare chi opera correttamente e prevenire gli abusi. Già, gli abusi. In questo settore negli ultimi anni se ne sono viste di cotte e di crude. Abusi di ogni genere spesso attuati a danno dell’erario. Prendere in fitto una barca spesso ha significato lasciare una cauzione. Una volta rientrati in porto, se non vi erano stati controlli in mare, si intascava la somma pattuita e tutte le carte finivano nel cestino della spazzatura. Quel noleggio non era mai esistito. E cosa dire, poi, degli abusi sul numero dei passeggeri imbarcati, sulla concorrenza sleale attuata nel settore del trasporto via mare, sulle società di comodo nate per mascherare dietro l’attività di noleggio il possesso personale della barca. Ecco, tutto questo non potrà più accadere.
E non basta. La circolare detta norme precise anche per quanto riguarda il comando. La patente nautica può abilitare al noleggio, ma solo se la navigazione avviene esclusivamente all’interno del proprio Circondario marittimo. Per uscire dal Circondario a bordo deve esserci il titolare di un’abilitazione a capobarca, un titolo specifico utilizzato nella marina mercantile. Cosa significa tutto questo? Una rivoluzione. Qualche esempio chiarirà meglio le cose. Chi noleggia una barca a Napoli non potrà uscire fuori dal perimetro della costa su cui ha competenza il Circondario marittimo partenopeo. Insomma non potrà andare a Ischia, a Capri e neanche a Sorrento. Chi la noleggia a Sorrento o a Massa Lubrense non potrà andare a Capri e chi la noleggia a Capri non potrà andare a Ischia a meno che sulla barca non ci sia un responsabile con l’abilitazione di capobarca. Tutto questo, naturalmente, vale per tutti i Circondari marittimi nazionali. Nel solo Golfo di Napoli ci sono i Circondari marittimi di Napoli, Torre del Greco, Castellammare, Capri, Ischia e Pozzuoli.
E proprio per fare il punto della situazione lungo le coste campane il direttore marittimo regionale, l’ammiraglio Arturo Faraone, ha immediatamente riunito tutti i capi dei Circondari marittimi che operano alle sue dipendenze. “La situazione è complessa – ha detto – ma non bisogna sottovalutare la natura della circolare che invita ad omologare comportamenti attraverso ordinanze da emettere dalle autorità marittime. Noi attueremo immediatamente – ha spiegato Faraone – tutta la parte che attiene alle comunicazioni è più in generale alla sicurezza. Vogliamo sapere i nomi delle barche, di che tipo di abilitazione alla navigazione dispongono, chi è addetto al comando, il numero delle persone a bordo, se l’assicurazione copre tutti i trasportati. Sulla parte sicurezza e sulle norme relative alla informativa, dunque, interveniamo immediatamente e saremo inflessibili”.
E poi c’è la parte riguardante i limiti della navigazione. “Su questo aspetto – spiega ancora l’ammiraglio Faraone – insieme ai responsabili dei singoli Circondari abbiamo valutato che non si può certo intervenire a luglio, nel pieno delle attività. La circolare specifica in maniera chiara che l’autorità marittima può valutare caso per caso e disporre di conseguenza. Noi riteniamo che sia giusto porsi anche il problema – ha sottolineato l’ammiraglio Faraone – che ci sono attività perfettamente legali, che hanno investito e che ora si trovano con regole cambiate. Circa i titoli di comando, nello specifico, abbiamo deciso di rivederci a fine estate per fare il punto della situazione e disciplinare anche questo aspetto”.
di Antonino Pane da Il Mattino