SORRENTO. “L’albero di falso pepe del chiostro di San Francesco non aveva alcun pregio ambientale o storico in quel contesto: allora invece di sostituirlo con un altro nella stessa posizione, ossia nella parte centrale, perché non impiantarne di più, magari quattro, ma sui lati?”. La proposta arriva da Gaetano Milano, ex vice sindaco ed assessore del Comune di Sorrento ed attuale amministratore delegato della Fondazione Sorrento. Iniziativa che arriva dopo le polemiche provocate dalla rimozione dell’albero “storto” che da circa quarant’anni si ergeva nella parte centrale dell’immobile trecentesco.
La struttura del centro storico è interessata da lavori di ristrutturazione e prima di restituirla alla città l’amministrazione comunale ha provveduto anche a rimuovere il falso pepe. Il taglio dell’albero è stato deciso sulla scorta della perizia di un agronomo e dopo aver ottenuto l’assenso della Soprintendenza. Nonostante ciò il Wwf Terre del Tirreno, facendosi portavoce dei malumori di buona parte della cittadinanza, si è scagliato contro chi ha deciso l’eliminazione della pianta ritenendo che “col suo portamento era diventata parte integrante del sito”.
Ora sulla vicenda interviene Milano (foto a lato), il quale, come afferma egli stesso, rappresenta una piccola parte della memoria storica della città. Ruolo che lo porta ad evidenziare che “quell’albero non rappresentava alcun elemento di valore ambientale e storico in quel contesto. Anticamente in quel sito vi era un salice piangente che circa 40 anni addietro fu sostituito con il falso pepe per mantenere una zona d’ombra all’interno del chiostro: ciò ancora prima che la sua gestione passasse al Comune”.
Lo stesso albero alcuni anni addietro presentò segni di cedimento per cui, per evitarne il taglio, fu sostenuto con una struttura di pali di legno. “Ora, però, rimossi i sostegni, presentava elementi di rischio per cui era evidentemente necessario l’asporto – prosegue Milano -. L’allarme sociale, strumentalmente azionato, ha indotto l’amministrazione a sostituirlo con una alberature più giovane ma dello stesso tipo. Personalmente non sono d’accordo: rilevo che la presenza della pianta inibisce l’uso pieno della parte centrale della struttura, mentre credo che gli elementi di storicità sui quali andrebbe soffermata l’attenzione, sono rappresentati dalla qualità del ripristino delle arcate in corso e dalla possibilità di “ripristinare” il pozzo (quello sì che è decisamente di valore storico – culturale) posizionato al centro del piazzale e che costituisce un elemento, fortemente caratterizzante l’antica struttura”.
In sostanza l’albero al centro del chiostro rappresenterebbe solo un fattore di disturbo rispetto alla bellezza dei luoghi. “La presenza del falso pepe a parte la limitazione al godimento del fascino dell’edificio – conferma l’ex numero due della Giunta – appare del tutto fuori contesto e finanche limitativo del lavoro di restauro eseguito ed a quelli da eseguire al pozzo centrale e alle aiuole laterali, che restituirebbero il chiostro all’antico splendore e alla sua autenticità”.
In base a questo ragionamento, quindi, Milano invita la cittadinanza “a spingere l’amministrazione comunale affinché si proceda al ripristino del pozzo centrale del chiostro ed allo spostamento laterale non di un solo albero di falso pepe, ma di quattro piante da posizionare nelle aiuole perimetrali”.