Occupazione abusiva del demanio a Massa Lubrense, scattano le verifiche

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Una concessione demaniale a terra ed a mare scaduta dal 2020, con la presenza sul tavolato di uno dei più famosi diving della costiera sorrentina con annessa anche una stazione di ricariche bombole ed un ufficio all’aperto per un charter dal vorticoso giro d’affari con imbarcazioni alla fonda che ostruiscono un canale di passaggio ad uno scalo di alaggio pubblico.

Succede nel porticciolo di Marina della Lobra, a Massa Lubrense. A riportare la notizia è Gaetano Milone con un articolo su TuttoSanità. A fare luce sulla vicenda sarebbe stato ora l’ufficio locale marittimo di Massa Lubrense insieme ai tecnici del servizio urbanistico e del demanio del Comune.

Nelle maglie delle verifiche, scattate lo scorso 29 agosto, è finito il concessionario di uno stabilimento elioterapico ed annesso ristorante, nonché titolare di una concessione demaniale marittima di 705 metri quadrati, di Marina della Lobra.

Entrambe le concessioni, rilasciate il 21 gennaio 2009 e prorogate fino al 31 dicembre 2020, secondo l’ordinanza di sospensione lavori pubblicata all’Albo Pretorio del Comune di Massa Lubrense il 15 settembre 2022, sono scadute perché non rinnovate. “E forse non rinnovabili perché esistono abusi”, secondo quanto riporta Milone.

Inoltre sullo stabilimento balneare attualmente sono state accertate, tra l’altro – in aggiunta ad una veranda abusiva già rilevata da sopralluoghi nel 2000 con ordinanza di demolizione mai eseguita ed altri abusi – la posa di una passerella in legno a collegamento tra la banchina e lo stabilimento balneare, cabina spogliatoio in legno ad uso del diving, variata nelle misure, cabina spogliatoio adibita a deposito, banco adibito a biglietteria per società charter, struttura di 84 metri quadri con arredi che fanno ipotizzare uso diverso da quello specificato in concessione, vecchia struttura in ferro e tavolato su cui insistono 4 vecchie cabine con tavolato fatiscente che costituiscono pericolo per la pubblica incolumità.

“Agli atti d’ufficio – scrive sempre Milone facendo riferimento al verbale – per quanto riscontrato, non si rileva alcun titolo di assenso o autorizzazioni, condono edilizio, permesso a costruire, domanda di accertamenti di conformità, né tantomeno la richiesta di proroga delle concessioni per il mantenimento dello stabilimento balneare e specchio acqueo”. Nel frattempo il concessionario “abusivo” continua ad incassare centinaia di migliaia di euro in barba alle leggi dello Stato.

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