Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha illustrato ieri i dati delle attività volte al contrasto delle infiltrazioni mafiose nell’economia di Napoli e provincia. In totale nei primi sei mesi dell’anno nell’area metropolitana si contano 120 interdittive antimafia e 338 verifiche su progetti Pnrr.
Le 120 interdittive emesse nel primo semestre del 2024 riguardano soprattutto aziende che operano nei settori delle costruzioni, poi ci sono quelle attive nelle consulenze, onoranze funebri, servizi ambientali e gestione rifiuti, commercio, somministrazione alimentari e bevande, agricoltura, carburanti e strutture alberghiere. Il loro fatturato complessivo sfiora i 50 milioni.
Per quanto riguarda la localizzazione delle imprese colpite dai provvedimenti prefettizi, 34 sono a Napoli e 86 nell’hinterland, di cui la maggior parte, 42, nell’area meridionale nei Comuni di Pompei, Castellammare di Stabia e penisola sorrentina; 23 nel Giuglianese; 18 nel Nolano; tre nell’area flegrea e isole. La Prefettura ha inoltre avviato 338 istruttorie per lavori finanziati con fondi Pnrr dedicati a progetti di rigenerazione urbana e Piani urbanistici integrati.
Nel corso del primi sei mesi dell’anno inoltre il Gruppo interforze ha effettuato 16 accessi ispettivi in cantieri con particolare attenzione a lavori edili (73%) e al settore della logistica e trasporti (27%) finalizzati alla prevenzione di infiltrazioni mafiose, tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro e contrasto al lavoro nero.
“Nel nostro territorio – ha evidenziato il prefetto – abbiamo numeri importanti, che superano di gran lunga le altre province della Campania. Il contesto economico dell’area metropolitana sta vivendo un momento di sofferenza e noi dobbiamo avere grande attenzione verso l’economia reale, leale e di libera concorrenza assicurando la legalità e portando alle luce le opacità che è giusto eliminare”.