Golfo di Napoli sempre più caldo, rilevazioni a Vico Equense e Capri ed anche in costiera amalfitana

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Il golfo di Napoli – come tutto il Mediterraneo – è sempre più caldo. Nell’inverno appena concluso la temperatura media ha registrato per la prima volta un aumento di circa 1 grado rispetto alla media degli ultimi 7 anni, toccando i 15,5 gradi. Le temperature in crescita sono confermate anche in superficie in quasi tutti i mari italiani.

Questi dati sono stati rilevati nell’ambito del progetto MedFever – che riunisce Enea, l’associazione MedSharks, l’azienda Lush, Universita Sapienza di Roma, OGS, Guardia Costiera e un gruppo di subacquei volontari – e confermati dal sistema previsionale Enea Mito sulla circolazione marina del Mediterraneo.

Per controllare la temperatura del Tirreno e monitorare l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema marino e sui processi di dinamica costiera, i ricercatori di MedFever, insieme a un team di subacquei, hanno creato una vera e propria rete di un centinaio di sensori-termometro posizionati fino a 50 metri di profondita, sia a largo che sotto costa, in 15 punti di osservazione: Isola del Giglio (Toscana), Nettuno (Lazio), Capri, Palinuro e Vico Equense (Campania), Reggio Calabria e Scilla (Calabria); Capo Peloro e Porticello (Sicilia), Capo Figari, Mortoriotto e Santa Teresa di Gallura (Sardegna).

A questi punti di osservazione, si sono recentemente aggiunte anche tre stazioni coordinate dai nuclei subacquei della Guardia Costiera, al largo di Portofino (Liguria), lungo la costiera amalfitana (Campania) e nel golfo di Cagliari.

“Le osservazioni MedFever sono estremamente importanti poiche guardano non solo la superficie del mare ma anche ciò che accade sul fondo delle aree costiere – spiega Eleonora de Sabata, coordinatrice del progetto -. In questo contesto che potremmo definire emergenziale il supporto dei diving center è fondamentale sia per la gestione della rete di misure, senza le quali il progetto non potrebbe proseguire, ma soprattutto per l’osservazione quotidiana dello stato di salute dell’ecosistema marino. Il contributo di ogni individuo, dalla comunita scientifica ai cittadini appassionati di mare, è fondamentale per monitorare e proteggere le nostre preziose risorse acquatiche”.

La rete di sensori di rilevazione della temperatura di MedFever e stata calibrata presso il centro ricerche Enea di Santa Teresa (La Spezia). Inoltre, Enea ha messo in campo anche il modello di circolazione del Mediterraneo MITO, sviluppato e gestito dal Laboratorio di Modellistica climatica e impatti, in grado di fornire previsioni su temperatura, salinità e velocità delle correnti marine con un dettaglio spaziale fino a poche centinaia di metri. Nello specifico, il trend risulta anche peggiore: negli ultimi quarant’anni le temperature medie dei fondali del golfo di Napoli sono aumentate di circa 1,5 gradi (da 14 a 15,5 gradi), se all’aumento di un grado registrato da MedFever si abbina il confronto con i dati storici della stazione zoologica Anton Dohrn.

In particolare, il sistema Mito rileva a 100 metri di profondità nel golfo di Napoli anomalie di circa +0,5 gradi, in accordo con i dati dei sensori di MedFever, e punte di circa + 1 grado nel Tirreno, nel canale di Sicilia e nello Ionio centrale. “Questi dati confermano l’allarme sulle temperature dell’aria e del mare lanciato ieri dal Servizio UE Copernicus, che ha rilevato che, dopo febbraio e marzo 2024, anche aprile e stato globalmente il piu caldo mai registrato al mondo”, chiarisce Ernesto Napolitano del laboratorio ENEA di modellistica climatica.

“Sulla stessa scia anche la temperatura superficiale marina media globale che ad aprile e stata di 21,04 gradi, valore più alto mai registrato per questo mese, di poco sotto i 21,07 gradi registrati a marzo 2024, la più alta di qualsiasi mese nella storia dei dati, anche superiore a quella di agosto 2023 (20,98 gradi). Aprile e stato anche il 13esimo mese di seguito in cui la temperatura globale della superficie del mare è stata la piu alta mai registrata in quel mese. Questi cambiamenti non sono solo numeri ma segnalano che ci troviamo agli inizi di un processo più ampio e che tali fenomeni accadranno in modo sempre più frequente”, conclude Napolitano.

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