Alberi tagliati nella scuola di Piano di Sorrento. Protesta delle mamme e del Wwf

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Il forte vento del 12 novembre scorso, con raffiche fino a 80 km/h, ha mietuto numerose vittime arboree. Diversi alberi sono stati danneggiati nel tronco e nei rami ed alcuni sono rovinosamente crollati al suolo. La zona collinare sul golfo di Salerno è stata quella più colpita dalla forte burrasca proveniente da sud. Alberi grossi e anche secolari non ce l’hanno fatta! Tra questi la roverella di oltre 200 anni del Belvedere ex Leone Massa si è letteralmente sradicata dal terreno argilloso, inzuppato di acqua dalle piogge continue e scroscianti.

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Ai danni della Natura, causati dai cambiamenti climatici sempre più evidenti, si sono presto aggiunti quelli dei piccoli uomini che non hanno esitato a mettere in azione le motoseghe per eliminare gli alberi sopravvissuti. Per paura, ignoranza e per far girare il “business” impazzito dei tagliatori di legname? Ed è così che in pochi giorni sono letteralmente spariti (del legname non vi è traccia!) numerosi alberi considerati “fastidiosi, costosi o ingombranti” piuttosto che realmente pericolosi!!! I segatori di alberi non hanno risparmiato nemmeno la scuola.

La segnalazione, giunta al Wwf Terre del Tirreno, riguarda stavolta la Scuola Primaria e dell’Infanzia “Carlo Colonna” e “Piccolo Principe” ai Colli San Pietro nel Comune di Piano di Sorrento.

Col forte vento di martedì si è verificato il cedimento di uno degli esemplari di Pino che vegetava da oltre 40 anni nell’aiuola esterna, sul cortile antistante l’entrata superiore del plesso scolastico. Ma dopo la chiusura della scuola per ben tre giorni, alla ripresa delle attività, il lunedì mamme e piccini si sono ritrovate nel cantiere in atto e tra operai intenti a segare non già solo il pino danneggiato ma anche altri quattro che erano sopravvissuti alla tempesta. I tagli sono stati poi occultati col terreno.

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Certo in una scuola transitano mamme e bambini e, di sicuro, si dirà che il rischio è massimo se un albero dovesse cadere, ma è anche alta la necessità di avere scuole a misura di bambino, con aree esterne vive, piene di alberi con chiome verdi e ossigenanti, ricchi di frutti, fiori e profumi, dove fare attività motoria, apprendere e socializzare nella Natura … piuttosto che rimanere prigionieri delle ormai standardizzate “scuole-carceri” in cemento, pavimenti, prati sintetici e recinzioni per “contenere” i bambini. In altre città europee questi concetti sono ormai scontati.

Il Wwf si associa alla protesta di tante mamme che si sono viste abbattere, apparentemente senza alcun motivo e mentre le lezioni erano riprese, gli ultimi alberi che impreziosivano gli squallidi viali del cortile scolastico.

“Col Wwf abbiamo fatto accesso agli atti e vogliamo capire chi e perché ha deciso di togliere gli ultimi alberi ai bambini dalla scuola dei Colli – spiega Claudio d’Esposito -. In quella scuola l’amministrazione precedente aveva già fatto abbattere decine di alberi che ancora aspettano di essere sostituiti. Quelli segati ora erano i superstiti. Siamo testimoni di una guerra agli alberi senza precedenti. La cosa più triste è che mentre si decreta con scioltezza e disinvoltura la distruzione del patrimonio arboreo cittadino, col solito millantato pretesto di “salvare vite umane” e con la promessa di rimettere nuovi alberelli, si documenta con sommo rammarico come, contemporaneamente, si sia persa la capacità di “piantarli” gli alberi.

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Laddove viene fatto gli alberelli vengono messi a dimora nel periodo sbagliato, col caldo e all’approssimarsi dell’estate. Se non seccano per la siccità finisce che si ribaltano al suolo con tutta la zolla. Questo perché non ci si preoccupa nemmeno di scavare sufficientemente o di eliminare il cemento sotto le radici. Infine non si è nemmeno capaci di allocare tutori ad arte. E quando gli alberelli di pochi anni, e di pochi centimetri, si inclinano col vento cosa fanno? Invece di raddrizzarli li segano alla base. Tanto è più semplice (e conveniente) rimetterli, per l’ennesima volta, per poi magari sostituirli ancora? La realtà è che non possiamo certo continuare a privarci di alberi solo perché potenzialmente pericolosi. Chi penserebbe di demolire tutte le case per ogni cornicione che si staccasse, per ogni tegola che cadesse, per ogni calcinaccio che si scrostasse?”

Ironia della sorte, tra un rumore di motosega e un altro, in tutte le città d’Italia oggi si celebra, nelle scuole, la Festa dell’Albero.

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