Ricostruzione del Wwf: Ecco come hanno deciso di eliminare l’albero del chiostro di San Francesco di Sorrento

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SORRENTO. La rimozione dell’albero di falso pepe dal chiostro di San Francesco di Sorrento continua ad essere al centro di un acceso dibattito. La pianta è stata eliminata in base alla perizia di un agronomo interpellato dal Comune che l’ha giudicata a rischio crollo. Dopo l’abbattimento il Wwf Terre del Tirreno si è scagliato contro l’amministrazione affermando che l’alberatura non rappresentava alcun pericolo visto che era sana, seppure inclinata. Poi è intervenuto l’ex vice sindaco di Sorrento, Gaetano Milano, il quale ha sottolineato come quell’albero non rappresentava alcun elemento di valore ambientale e storico in quel contesto visto che aveva solo 40 anni e non permetteva di godere del fascino del trecentesco chiostro.

Ora gli ambientalisti del Wwf tornano alla carica ricostruendo i passaggi che hanno portato alla rimozione del falso pepe con i documenti che pubblichiamo in basso:

Dopo aver puntellato alcuni anni fa l’albero prudentemente (ma impropriamente) ecco cosa ha scritto l’agronoma Elena De Marco incaricata direttamente per telefono dall’ingegnere Donadio: “… l’albero è completamente dipendente dalla presenza dei supporti esterni … per tale motivazione non è nella condizione di poter permanere nell’area”.

Ma prima dell’ennesimo incarico conferito all’agronoma, in data 1 marzo 2019 il Responsabile Unico del Procedimento dei lavori di restauro manutentivo di alcune parti del chiostro di San Francesco, ingegnere Alfonso Donadio, si era incontrato con l’architetto Rosaria Crescenzio responsabile della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli.

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In tale incontro, l’ingegnere e l’architetto, oltre a verificare la conformità dei lavori di rifacimento degli intonaci e stabilire i dettagli della pavimentazione da realizzarsi in battuto di tufo, stabilivano che l’albero di pepe rosa del chiostro (impropriamente scambiato per un “pepe nero”) versava “in uno stato di precaria stabilità” e convenivano “il basso valore di pregio dello stesso” optando per una “sua sostituzione” a condizione però che un agronomo abilitato ne confermasse il cattivo stato di vegetazione e il suo disequilibrio.

Tramite le vie brevi (telefonata) l’agronoma ha quindi in breve confermato (si ignora in seguito a quali indagini scientifiche) quanto precedentemente già stabilito dall’ingegnere e dall’architetto.

“Inutile sottolineare – dichiara Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno – come anche in questo caso siamo di fronte ad un pericolo ad orologeria: prima l’albero si lascia inclinato per anni con la gente seduta sotto senza problemi, poi un’agronoma decide che è pericoloso e fa mettere i supporti, con la gente seduta sotto per altri anni; poi un’altra agronoma attesta che è pericoloso perché dipende dai supporti e lo fa abbattere. La verità è che quell’albero era talmente robusto che chi lo ha tagliato ci ha tranquillamente passeggiato sopra con la motosega in mano.

E poi era bello e unico proprio perché inclinato. Nell’Oasi in città a Sant’Agnello, dove la natura è stata ricostruita con passione e amore, sono stati volutamente piantati degli alberi “storti”: vi è una sughera a 45° che accoglie i visitatori, un pino inclinato e addirittura due grossi ulivi completamente orizzontali.

A pagare per l’albero di falso pepe, la prima agronoma, i supporti, la seconda agronoma, l’eliminazione dell’albero, il nuovo albero, il chiostro sventrato e ricostruito siamo sempre noi in tanti per l’arroganza e la presunzione dei soliti pochi da cui, sembrerebbe, dipendono le sorti e il futuro di tutto il patrimonio arboreo sorrentino. Il falso pepe del chiostro è solo l’ultimo episodio tra tanti.

Nel frattempo, in un altro parco della città, turisti e bambini transitano e passeggiano sotto alberi di 15 metri di altezza completamente morti da anni, senza che nessuno se ne preoccupi o decida di tagliarli perché pericolosi? È chiaro che della sicurezza dei cittadini, quella vera, non frega niente a nessuno. La si tira in ballo solo per agire in deroga a tutto e tutti per poter tagliare alberi ed alimentare un lucroso business: un perverso meccanismo, messo in atto in tutta Italia, a cui è necessario porre un freno, per il nostro futuro e quello del pianeta”.

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