Vendita dell’Isola Isca di Eduardo De Filippo, si riaprono i giochi

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Si riapre la questione della vendita dell’Isca. Sull’Isola di Eduardo De Filippo la Soprintendenza appone il vincolo storico-artistico e archeologico e si concretizza la possibilità di esercitare il diritto di prelazione. Davanti a questo nuovo scenario il sindaco di Massa Lubrense Lorenzo Balducelli scrive ancora al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: “compriamola”.

Una storia lunga e complicata quella dell’Isca. Il grande Eduardo la acquistò negli anni quaranta dal banchiere Tommaso Astarita. Si tratta di 30mila metri quadrati con una casa ed altre strutture. L’isola si trova di fronte al fiordo di Crapolla ed a poca distanza da Marina del Cantone, Positano e le isole dei Galli.

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Con la vendita da parte degli eredi di Eduardo De Filippo a due imprenditori di Positano del settore della moda, titolari della Antica Sartoria, sembrava ormai chiusa la possibilità che l’isolotto dell’Isca potesse diventare pubblico. Invano l’Area marina protetta Punta Campanella ed il Comune di Massa Lubrense avevano scritto nel novembre dello scorso anno al ministero della Transizione Ecologica perché finanziasse l’acquisto esercitando il diritto di prelazione.

L’isola, infatti, si trova in zona B dell’Area Marina Protetta ed in base alla legge sui parchi, l’Ente avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione. Costo dell’operazione, dieci milioni e mezzo di euro. Il Parco di Punta Campanella non ha i fondi necessari e scrive al ministero. Lo stesso fa il sindaco di Massa Lubrense, inviando un dossier dove si documenta l’importanza storica, archeologica, ambientale e naturalistica dell’Isola.

Vengono documentati i resti di una antica villa romana con un dossier della sede di Massa Lubrense dell’Archeoclub d’Italia e le copie di una monumentale pubblicazione di archeologia del Mingazzini del ‘46, la presenza di una grande grotta sottomarina lunga 42 metri, larga 28 metri ed alta ben 11 metri, la nidificazione del gabbiano corso.

Inoltre, e non è cosa da poco, l’isola è stata la fonte di ispirazione di tante opere del grande Eduardo. Tutto nero su bianco. La risposta di Roma è di non avere la possibilità di stanziare tale cifra. Si levano le proteste di comitati civici e di associazioni culturali ed ambientaliste. I grandi media, compresi i TG nazionali, si interessano della questione ma senza i dieci milioni e mezzo il dossier si chiude.

Ora la novità. La Soprintendenza di Napoli appone il vincolo storico-artistico ed archeologico a tutta l’isola e la questione si riapre. In base al Codice dei Beni Culturali, il ministero dei Beni Culturali, ma anche gli Enti territoriali come la Regione Campania, la Città Metropolitana ed il Comune di Massa Lubrense possono di nuovo esercitare il diritto di prelazione.

A questo punto il sindaco Lorenzo Balducelli scrive al ministro Dario Franceschini, al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ed al sindaco della Città Metropolitana Gaetano Manfredi. Lorenzo Balducelli fa presente che il Comune di Massa Lubrense non ha i fondi necessari per acquistarla ma chiede in modo accorato che l’Isca, l’Isola di Eduardo, “sia annoverata tra i beni pubblici, patrimonio non solo di Massa Lubrense ma dell’Italia e del mondo intero”.

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