Una tonnellata di rifiuti raccolti dal Wwf nel rivolo dell’Amalfitana

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Una trentina di bustoni contenenti plastiche, vetro e rifiuti di ogni genere, quasi una tonnellata di rifiuti, sono stati raccolti dai volontari del Wwf Terre del Tirreno sulle sponde del rivo vernotico al confine con il grosso tronco del “Pino sentinella”, sulla via Meta Amalfi, dove un anno fa il Wwf realizzò una scultura.

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L’operazione di pulizia rientra nell’ambito delle iniziative “Plastic Free” organizzate dall’associazione del Panda con periodicità in tutta Italia. L’intento del lavoro degli attivisti del Wwf è quello di valorizzare e curare l’area attorno al piccolo pezzo di terra che è stato ricevuto in dono, dalla Contessa Maria Vittoria Colonna Rimbotti, alcuni anni fa.

È lì che vegetava un alto pino secolare che faceva parte integrante della geografia dei luoghi e caratterizzava da 130 anni il paesaggio di quel tratto di costiera. La proprietaria temendo che l’albero si stesse inclinando sulla strada, avendo il Wwf ostacolato l’abbattimento, donò la pianta e il terreno su cui insisteva all’associazione ambientalista. Sfortuna volle che quel Pinus pinea, di oltre 20 metri d’altezza, ribattezzato dagli ambientalisti “Pino sentinella”, non resistette alla furia di una violenta perturbazione che, nel marzo 2017, spezzò le grosse branche dell’albero.

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Il Wwf Terre del Tirreno per non far perdere traccia e memoria dell’albero monumentale, decise di lasciarne un pezzo per realizzarvi una scultura. Grazie alla talentuosa e giovane scultrice Giusy Milone il tronco, nell’agosto del 2020, si è trasformato in un’opera d’arte.

Il Pino Sentinella ci aiuta oggi ad accendere i riflettori su di un’area dal grande valore paesaggistico, al confine col Parco Regionale dei Monti Lattari, inserita in un sito Natura 2000, importante per il passo dell’avifauna. Un tassello naturale della costiera amalfitana dove, tuttavia, al paesaggio sublime e alle bellezze offerte della Natura si associano le nefandezze prodotte dell’uomo: il rinvenimento di rifiuti di ogni genere sulla scarpata che costeggia la proprietà del Wwf è solo la punta di un iceberg.

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In poche ore di lavoro una dozzina di volontari del Wwf scavando sotto erbe e terreno, scivolato con la pioggia a causa del dissesto del versante, hanno recuperato gli oggetti più disparati prodotti dal consumismo della cosiddetta “civiltà umana”. Assieme a plastiche di ogni tipo, bottiglie in vetro e lattine, sono rovinosamente finiti nella scarpata e nell’alveo un aspirapolvere, un vecchio passeggino, ruote e parti di autoveicoli, moquette, batterie d’auto, secchi, barattoli di vernice, medicinali, sacchi di mangime, lamiere, pezzi di grondaia, ferraglie e l’immancabile gabinetto.

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I rifiuti raccolti e differenziati sono poi stati recuperati dagli operai di Penisolaverde e conferiti all’isola ecologica di Piano di Sorrento.

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