Tre medici indagati per la morte del ristoratore del Faito Giovanni Somma

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La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo d’inchiesta in merito alla morte di Giovanni Somma. Il patron dell’hotel e ristorante “La Cinciallegra” del monte Faito è deceduto lo scorso primo maggio all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dove era stato sottoposto ad un intervento chirurgico all’intestino.

Al momento, tre medici sono stati iscritti nel registro degli indagati. Il sostituto procuratore Emilio Prisco, titolare dell’inchiesta, ipotizza nei loro confronti il reato di omicidio colposo. Le cartelle cliniche sono già state sequestrate e per le prossime settimane si attendono i risultati dell’esame autoptico che il medico legale ha eseguito su incarico della Procura.

Sulla vicenda indagano i carabinieri di Castellammare di Stabia dopo che la famiglia Somma ha deciso di sporgere denuncia invocando l’avvio di verifiche sull’operato del personale sanitario dell’ospedale San Leonardo. La tragedia si è consumata qualche giorno fa quando Somma accusa un malore. Viene trasferito al presidio sanitario di Castellammare di Stabia per tutti gli esami di rito.

I medici sospettano anche che si tratti di un potenziale caso di Covid-19 e – stando alle iniziali ricostruzioni della Procura di Torre Annunziata – viene effettuato il tampone. L’esito del test è negativo e dunque viene escluso un contagio da Coronavirus. A questo punto, per Somma, si rende necessario un intervento chirurgico all’intestino.

L’operazione viene effettuata senza alcun tipo di complicazione tanto che, nelle ore successive, le condizioni di salute del ristoratore di Vico Equense sembrano migliorare. Se fosse andato tutto per il verso giusto, secondo le iniziali ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato anche dimesso dopo qualche giorno. Ma all’improvviso la situazione precipita e il quadro clinico del 57enne si aggrava. Di colpo Somma collassa e i tentativi di rianimarlo si rivelano inutili.

L’uomo perde la vita, ma i familiari hanno dubbi su come il loro congiunto sia stato assistito al San Leonardo, sia prima che dopo l’operazione. A questo punto, viene presentata una denuncia. Ora tocca alla Procura di Torre Annunziata ed ai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia fornire una risposta certa ai parenti del ristoratore.

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