Tariffe gonfiate nelle strutture ricettive in Campania, è bufera

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“La Regione Campania è costantemente al fianco delle strutture ricettive, tuttavia, in merito alle ultime notizie diffuse dai mezzi di stampa, relative a uno spropositato incremento delle tariffe di pernottamento, siamo intenzionati ad attivare misure finalizzate a maggiori controlli per la difesa del consumatore turistico”. È l’impegno dell’assessore Casucci espressa in una nota inviata all’Anci Campania.

“Le tariffe delle strutture ricettive – si legge ancora – sono normate dalla Regione Campania con la Legge Regionale 7 agosto 2014, n. 16, che all’articolo 1, commi 59 e 59 bis, stabilisce che “i titolari delle strutture turistiche ricettive comunicano alla struttura amministrativa regionale competente in materia di turismo i prezzi minimi e massimi del pernottamento e dei servizi offerti” e sono tenuti ad “esporre nella zona di ricevimento degli ospiti, nonché in ciascuna camera o unità abitativa, in modo perfettamente visibile al pubblico, una tabella, riepilogativa dei prezzi del pernottamento dei servizi offerti praticati nell’anno in corso, nonché delle caratteristiche della struttura”.

Ogni struttura ricettiva alberghiera ed extralberghiera, pertanto, è tenuta a dichiarare le tariffe minime e massime applicate attraverso il sistema informatico regionale “Turismo web”, oppure mediante apposita modulistica messa a disposizione dalla Regione, nonché ad esporre presso la struttura una tabella prezzi: da tali importi dichiarati la struttura non può discostarsene.

“In quest’ottica – scrivono ancora dalla Regione – si chiede, nell’ambito delle rispettive competenze, la massima collaborazione, specie nel periodo estivo, ai fini delle verifiche da effettuare, onde evitare che singoli episodi di gestione, orientati ad approfittare del favorevole incremento della domanda turistica, si ritorcano contro il buon nome della Regione Campania e di quegli operatori che rispettano la legge”.

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“Non basta inviare una nota a firma congiunta dell’assessore regionale e del dirigente, rimpallando competenza ai Comuni, vi sono responsabilità oggettive della Regione Campania che ha un sistema inidoneo e obsoleto nell’attività di monitoraggio, verifiche e controlli”. Ribatte il presidente Abbac Fenailp Agostino Ingenito, all’indomani dell’invio della nota da parte dell’assessore Felice Casucci e dal dirigente regionale Rosanna Romano all’Anci, l’associazione dei Comuni della Campania.

“Vi sono competenze che la Regione non esercita secondo quanto previsto, è obsoleto il sistema della comunicazione dei prezzi, come della rilevazione Istat, e del rilascio del cusr, il codice unico strutture ricettive – aggiunge il presidente dell’associazione delle attività extralberghiere -. Lo sanno bene alla Regione, che, a parte una delibera di buone intenzioni, lo scorso anno, con la quale, aveva dato mandato al dirigente di occuparsi di semplificare le procedure, non ha poi vigilato perchè gli uffici regionali se ne occupassero per davvero.

C’è troppa illegalità e tutti si sentono autorizzati a far tutto – continua Ingenito che con l’Abbac porta avanti da decenni una battaglia di legalità, informando e formando i gestori extralberghieri -. La Regione Campania ha competenze esclusive sul turismo, che non esercita ed è davvero ai minimi termini anche il rapporto con i Comuni che per la maggior parte, a seguito di carenza di personale e competenze, non sono in grado di verificare.

Quante volte siamo stati noi associazione ad occuparci di informare e formare i dipendenti comunali, facendolo gratuitamente, con il solo scopo di avviare percorsi virtuosi. Con l’introduzione del cusr, la Regione aveva finalmente dato ascolto alle nostre richieste, ma in molti casi, anche Comuni di alta frequenza turistica, non aggiornano gli elenchi delle strutture ricettive con scie amministrative, presentate ai sensi delle leggi regionali 5 e 17 del 2021.

C’è poi un disordine urbanistico che riguarda città e piccole località, con difformità che spesso non sanate, portano opportunisti e speculatori a trovare soluzoni al limite della legalità pur di trasformare vani e spazi in strutture ricettive alla bisogna. Inoltre il fenomeno delle piattaforme, senza alcun controllo effettivo, ha generato una confusione notevole anche tra i consumatori, che nella maggior parte dei casi non sono in grado di accertarsi se la struttura ricettiva proposta online è in regola ed autorizzata.

Le locazioni brevi, altra opportunità concessa ai proprietari o possessori di affittare un immobile, a seguito del Dl 50/2017 proposto dall’allora presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, hanno creato non pochi problemi nell’accertamento dell’effettiva consistenza ricettiva sui territori in mancanza di un tassello importante che era stato previsto per la riscossione alla fonte della cedolare secca.

E gli effetti si vedono tutti sui territori, con persone che si sentono autorizzate a proporre qualsiasi cosa, in nome di una sharing economy alla bisogna. E l’ennesimo testo unico del turismo, siamo al quinto presentato in questi anni e che ora l’assessore Casucci si appresta a portare in giunta, risente di bizantinismi notevoli che non vanno incontro alle esigenze di un maggiore semplificazione, controllo ed accertamento su prezzi, rilevamento istat e soprattutto difesa e tutela dei gestori di bed and breakfast, affittacamere, case vacanze e locazioni che rispettano le normative, effettuando tutti gli adempimenti e rispettano i limiti imposti dalle regole urbanistiche per numeri di posti letto.

Un fenomeno quest’ultimo che riguarda anche taluni albergatori, che sopratutto nel periodo di massima domanda turistica, fanno spuntare posti letti non censiti e autorizzati. Se si pensa che il Comune di Napoli, ha un organico ufficiale di otto addetti alla polizia turistica, mentre in tanti Comuni non ci sono organici dedicati, come nelle isole, penisola sorrentina e costiera amalfitana, o negli altri territori riveraschi come l’area flegrea, il litorale domizio, e il Cilento.

Non sappiamo come fa l’Agenzia Regionale del Turismo che costa molto ai contribuenti e quali sono le azioni di controllo della politica regionale su queste agenzie e attività amministrative degli uffici regionali. Ecco perchè siamo preoccupati e hanno ragione i consumatori a lamentarsi ed esprimere recensioni negative che non riguardano solo il trattamento avuto da privati, in alcuni casi, esercenti abusivi e illegali, ma anche per il servizio pubblico che latita per le gravi carenze per il trasporto pubblico, con treni fatiscenti e corse saltate, e tanti disservizi anche per mancanza di attività di accoglienza e supporto.

L’estate 2022 che malgrado i rincari enegetici e gli abusi, sia occasione per lanciare da settembre un’autentica analisi complessiva e si vada oltre la palude di questi ultimi anni. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per un supporto importante al nostro settore economico che è ormai rilevante nel pil territoriale ma spesso poco considerato nella bilancia economica del nostro Meridione. Una Regione come la Campania che si offre ad un pubblico internazionale, e che offre tanti siti culturali e naturalistici di rilevanza mondiale non può più permettersi di non avere servizi adeguati e di qualità.

Molto è stato fatto rispetto agli anni passati soprattutto da direttori di musei e siti culturali, ma tanto va garantito per lavorare ad un’azione strutturale e che vada oltre la stagionalità. Ne va del rispetto verso i viaggiatori che ci scelgono malgrado tutto, e i tanti imprenditori e gestori ricettivi che malgrado tutto, effetti pandemici compreso, cercano di garantire autentica accoglienza, trasparenza e qualità, molto apprezzati dalla clientela internazionale e che fanno delle nostre località, destinazioni di rilievo nell’offerta mondiale. Serve avere più coraggio e fare in modo che le strutture regionali e comunali assolvono appieno alle competenze affidate dalle normative nazionali”, conclude Ingenito.

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