Passi in avanti per la regolarizzazione degli affitti brevi

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Procede il percorso che porterà ad una stretta sugli affitti brevi allo scopo di dare trasparenza al mercato ed evitare truffe. Scatterà a settembre il Cin, il nuovo Codice identificativo nazionale con cui si punta a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale in un settore che vede, almeno ufficialmente, oltre 600mila case in Italia esposte nelle vetrine online dei siti di annunci per locazioni turistiche. Tantissime sono invece quelle trattate in nero.

Per raggiungere il risultato le Regioni hanno dovuto dare il via libera alla connessione tra le banche dati regionali in modo da arrivare a un meccanismo unico di identificazione delle strutture ricettive in Italia. Manca ora l’intesa Stato Regioni sul decreto, che arriverà nel mese di maggio.

Negli ultimi anni diverse Regioni hanno attivato questo tipo di codici che ora vanno ora riclassificati e dotati di un prefisso di riconoscimento. Il nuovo Codice identificativo nazionale dovrà essere richiesto per ciascuna unità immobiliare a uso abitativo destinata alla locazione per finalità turistiche: andrà esposto sia all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento sia negli annunci. Per la mancata esibizione del codice la multa potrà arrivare a 6mila euro.

Chi opererà senza Cin rischia di dover pagare, nel caso peggiore, 8mila euro di sanzione. Per i gestori di strutture senza i requisiti di sicurezza sono in arrivo invece multe tra 600 a 2mila euro e tra 2mila a 10mila euro per chi affitta casa ai turisti in forma imprenditoriale senza prima aver presentato la segnalazione certificata di inizio attività.

Gli obblighi e le sanzioni in materia di Cin si applicheranno a decorrere dal sessantesimo giorno successivo a quello di entrata in funzione della banca dati nazionale delle locazioni brevi. In pratica, lo scopo del nuovo Codice identificativo per gli affitti a corta scadenza è quello di favorire le verifiche incrociate dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, al fine di contrastare l’evasione nel settore.

In Italia il mercato degli affitti brevi vale, secondo alcune stime, attorno agli undici miliardi di euro, anche se non è mai stata fatta una ricognizione accurata, perché è evidentemente difficile avere numeri sul sommerso. Di certo questa iniziativa farà chiarezza sul comparto, stabilendo regole certe.

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