Mare ok a Sorrento e Sant’Agnello, ma perché tuffi solo “sconsigliati” a Meta e Vico Equense?

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L’Arpac ha diffuso nella giornata di ieri il report aggiornato sulle acque di balneazione monitorate nell’ultimo periodo. Grande risalto viene dato al ritorno alla normalità a Sorrento e Sant’Agnello, ma si evidenzia anche che rimangono le criticità a Meta e Vico Equense. overflow-meta

In questi ultimi due Comuni rimangono sorvegliati speciali i tratti di costa rispettivamente del Purgatorio e tra Santa Maria del Toro e la spiaggia di Seiano, dopo che la settimana scorsa sono stati rilevati valori oltre i limiti per quanto riguarda i batteri fecali. In pratica ciò che è successo a Sorrento e Sant’Agnello.

Ma perché a Meta e Vico Equense non sono stati disposti i divieti di balneazione come accaduto negli altri due Comuni costieri? Ce lo spiega la Emma Lionetti, funzionaria dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania.

“Nei due tratti di costa abbiamo effettuato il campionamento di routine nei punti prestabiliti con i risultati che erano entro i limiti – chiarisce la funzionaria Arpac -. Si tratta delle zone dove si concentrano i bagnanti. Perché il nostro scopo principale, insieme alla tutela dell’ambiente, è salvaguardare la salute della popolazione”. mare-sporco-meta-3

“In ragione delle circostanze eccezionali di quei giorni, con un nubifragio che si è abbattuto sul territorio, abbiamo effettuato ulteriori prelievi straordinari in alcuni punti, in particolare quelli dove scaricano gli overflow, ed anche qui sono emerse alte concentrazioni di batteri fecali – prosegue Lionetti -. Trattandosi, però, di aree non frequentate dai bagnanti, la legge impone che dobbiamo comunicare i risultati al sindaco che deve attivarsi per risolvere il problema”.

Per questo l’Arpac si è limitata a “sconsigliare” i bagni nei tratti di costa del Purgatorio di Meta e tra Santa Maria del Toro e la spiaggia di Seiano di Vico Equense. Il problema è che in questi giorni la situazione se possibile è ulteriormente peggiorata come dimostrano le foto pubblicate da Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno.

“La situazione del mare in penisola sorrentina, in particolare del tratto di Meta nei pressi della spiaggia del Purgatorio e del Vallone Lavinola è visibilmente disastrosa – commenta il leader degli ambientalisti -. Da settimane ormai il mare in questo punto della costa si presenta di colore marrone, maleodorante, con scarsa visibilità ed eccesso di fitoplancton, con schiuma e scagliette marroni in galleggiamento, caratteristiche tipiche di inquinamento da sversamenti fognari.

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L’Arpac nei prelievi effettuati il 10 agosto 2022 (dopo la pioggia) ha individuato un nuovo picco di inquinanti di natura fognaria a mare con presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli in eccesso rispetto ai limiti imposti dalla legge (D.l.vo 116/08), non solo a Marina Grande di Sorrento, dove il sindaco ha dovuto imporre per la seconda volta il divieto di balneazione (messo e tolto a giorni alterni) ma dalle ultime analisi dell’Arpac sono risultati inquinati anche altri punti della penisola sorrentina con sforamento dei parametri di legge relativi ai batteri fecali: Punta San Francesco a Sant’Agnello, la spiaggia del Purgatorio a Meta e il tratto tra Santa Maria del Toro e la spiaggia di Seiano a Vico Equense.

Tuttavia, mentre a Sant’Agnello e Sorrento è stato emesso il divieto di balneazione ciò non è accaduto a Vico Equense e Meta dove, sebbene siano state rilevate forti criticità, l’Agenzia regionale si è limitata a “sconsigliare” i bagni senza vietarli in maniera assoluta. Eppure è proprio in questo ultimo Comune, quello di Meta, nei pressi della spiaggia del Purgatorio, che il fenomeno dell’inquinamento delle acque è apparso evidente, se non eloquente, anche ad occhi non esperti, e ci si chiede se si sia applicato il principio di prevenzione, come avrebbe richiesto oltre che la legge lo stesso buon senso, ovvero il principio dell’azione preventiva che impone a chiunque, soggetto pubblico o privato, svolga attività o compia scelte o decisioni che possono produrre effetti negativi sull’ambiente, di preferire l’adozione di soluzioni e di meccanismi che impediscano o limitino tali effetti prima che essi si producano, invece che soluzioni successive al prodursi degli effetti, di tipo riparatorio o risarcitorio.

Lasciare nuotare liberamente i bagnanti in un mare carico di enterococchi intestinali ed escherichia coli, senza metterli al corrente del rischio, appare criminoso. È chiaro sin da troppo che si continua a dare priorità agli interessi economici rispetto a quelli della tutela della salute dell’ambiente e dei cittadini. La dimostrazione palese è data dalla “reticenza storica” ad emettere divieti di balneazione e a farli conoscere al pubblico una volta emessi. In quanto all’attribuzione di tali fenomeni di inquinamento ad eventi meteorici, non essendoci in penisola sorrentina la predisposizione della divisione di acque bianche e di quelle nere (come impone la legge), riteniamo che sia una giustificazione semplicistica e riduttiva e che, piuttosto, le cause vadano ricercate nella pessima manutenzione del sistema idrico-fognario da parte di amministrazioni ed enti gestori come il Wwf denuncia da sempre.

Sulla vicenda – conclude d’Esposito – il Wwf Terre del Tirreno a seguito di documenti ricevuti ha prodotto un dettagliato esposto che sarà consegnato a breve nelle mani del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata”. La dottoressa Lionetti ha chiarito i limiti entro i quali si muove Arpac, ora bisogna capire se ci sono altre istituzioni che non hanno adempiuto ai loro obblighi.

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