Imposta di soggiorno, arrivano i ristori ai Comuni della penisola sorrentina

Arrivano i ristori alle località turistiche per i mancati incassi dell’imposta di soggiorno. Molti enti, tra i quali tutti quelli della penisola sorrentina, stanno per ricevere una consistente boccata di ossigeno per recuperare i mancati introiti della tassa versata dai turisti. A tale proposito Abbac, l’associazione delle strutture extralberghiere, ha diffuso la nota che pubblichiamo di seguito. È d’obbligo, però, una precisazione: i Comuni non sono obbligati a sospendere la riscossione del tributo a causa dell’emergenza pandemica.

Imposta di soggiorno, arrivano i ristori dallo Stato ma alcuni Comuni turistici, fanno il doppio gioco. Fioccano milioni, dai 56 concessi a Roma Capitale, ai 24 milioni di euro erogati a Milano, ai 19 milioni di Firenze e ai 18 milioni di Venezia. e ai 5 milioni ed oltre concessi a Napoli. Nell’elenco anche tante sorprese sui fondi concessi ad altre importanti località italiane. In tanti Comuni però – secondo la denuncia dell’Abbac – non hanno mai sospeso l’imposta anche in piena pandemia e c’è chi ha approfittato per aumentare tariffe e tasse di sbarco, mentre la destinazione delle risorse resta un tabù. L’Abbac chiede una riunione urgente e congiunta di entrambe le Commissioni Bilancio di Camera e Senato perchè si affrontano una volta per tutte, i nodi strutturali dell’imposta e della sua destinazione e chiede conto formalmente al Ministro Garavaglia di informare sulle modalità degli accordi, in alcuni casi segreti, di alcuni Comuni con la piattaforma Airbnb per la riscossione online e versamento a forfait e sui ritardi dell’Agenzia delle Entrate sugli obblighi del sostituto di imposta e codice unico nazionale. È di queste settimane il primo riparto del fondo di 350 milioni di euro per l’anno 2021 per il ristoro parziale dei comuni delle minori entrate per mancata riscossione dell’imposta di soggiorno e di analoghi contributi, per l’adozione delle misure di contenimento del COVID-19. Ed emergono dati che fanno discutere – secondo l’Abbac, l’associazione nazionale della rete extralberghiera . “Non si tratta di fare le pulci ai bilanci comunali, sappiamo tutti le difficoltà degli enti locali ma questi ristori fanno emergere delle incongruenze che vanno affrontate – dichiara il presidente nazionale Agostino Ingenito –. Ecco perchè chiediamo interventi urgenti e risolutivi. Da troppo tempo le risorse riscosse, soprattutto in periodi pre pandemici, hanno avuto destinazioni tutt’altro che legate alle esigenze dell’accoglienza e dei servizi turistici – continua Ingenito –. È ora che lo Stato affronti con i Comuni queste vicende che hanno determinato non poche problematiche dopo la reintroduzione della tassa di soggiorno, che alcuni anni fa era stata cancellata e poi ripristinata. Va affrontato anche la questione dell’abusivismo, della certificazione e veridicità degli annunci online sulle piattaforme di prenotazione per evitare ulteriori e gravi casi di truffe che hanno beffato centinaia di viaggatori italiani ed esteri soprattutto in questa stagione. Non più deregulation ma azioni precise per valorizzare e promuovere l’eccezionale rete di ospitalità diffusa italiana e tutelare gli operatori onesti che garantiscano una sana accoglienza Made in Italy . Vanno affrontate anche le ipocrisie della turistificazione, dell’utilizzo degli immobili per destinazioni turistiche e garantita la tutela e vivibilità dei centri storici con il fabbisogno abitativo – cosi Ingenito in una lettera inviata al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.

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