Il chiosco-bar provvisorio vista mare di Meta diventa definitivo, denuncia del Wwf

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Nel Comune di Meta, nella pittoresca piazzetta Gradoni dei Pescatori, eliminato in tronco un esemplare di pino domestico per lasciare il posto ad un chiosco/bar definito “provvisorio”, di fronte alla casa dove nel ‘700 nacque Ferdinando Scarpati.

Era fine marzo 2022 quando il Wwf segnalava al Comune lavori di scavo alla base di un Pino domestico (Pinus pinea) che vegetava in ottime condizioni in un’aiuola di via Gradoni dei Pescatori e con la sua chioma impreziosiva ed ombreggiava la piazzetta. L’associazione ambientalista manifestava la sua legittima preoccupazione per la salute dell’albero essendo lo scavo eseguito nel pieno della stagione di ripresa vegetativa della pianta.

Il responsabile del VII Settore del Comune di Meta, architetto Diego Savarese, il 30 marzo 2022 spiegava al Wwfa che “la dislocazione del Pinus pinea era stata prevista nel progetto per l’installazione di un chiosco-bar nella piazzetta di via Gradoni dei Pescatori; approvato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli (con nota prot. n° 000973 del 23.01.2020) e che è stato collocato in altro sito sfruttando il momento agronomico favorevole e, pertanto, salvaguardandone la salute e la conservazione. L’esemplare è stato allocato in località “Conca”, nella fioriera attigua alla seduta di recente realizzazione”.

Il Wwf documentava l’assurdo trapianto e la morte inevitabile della pianta, traslocata in modo del tutto discutibile, nel periodo agronomico meno idoneo e nel posto meno adatto, sotto una montagna a rischio frana, il tutto in virtù di una perizia agronomica di parte.

L’agronoma su incarico del privato, infatti, nella perizia – dal titolo “Descrizione metodologica relativa al trapianto di un albero” – attestava la possibilità di delocalizzare il pino, nonostante le dimensioni della pianta e il suo complesso apparato radicale fittonante, suggerendo tempi (febbraio, marzo, aprile) e modalità (tipo: scavare una buca larga di 1 metro e profonda mezzo metro, mescolare al terreno 50% di torba, detriti di foglie o scaglie di corteccia, ecc.) che ne garantissero il successo, salvo poi in caso di mancato attecchimento prescrivere l’impianto di un altro esemplare arboreo della stessa specie. All’inevitabile morte del pino, dopo poco, si decise invece di impiantare un giovane esemplare di Tamerice: una specie diversa dal Pino.

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“Sembrerebbe che le raccomandazioni contenute in perizia agronomica non fossero attendibili – scrive Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno – oppure che esse non siano state rispettate. Delle due l’una. Insomma ancora una volta si è trovato un facile “escamotage” per eliminare una pianta bella e sana facente parte del paesaggio, ma divenuta scomoda, in deroga ai vincoli e senza preoccuparsi minimamente di individuare una banale soluzione progettuale che permettesse l’edificazione del chiosco salvaguardando la pianta. Sarebbe bastato inglobare il tronco del diametro di 30 cm e farlo fuoriuscire dal tetto in legno del manufatto provvisorio”.

Il chiosco/bar che ha preso il posto del pino è stato progettato dall’ufficio tecnico e, nonostante l’evidente impatto sulle componenti storiche e paesaggistiche del sito, nonché sulle sue visuali prospettiche (il parallelepipedo/container è visibile da mare anche da lontano e stona col contesto dei palazzi settecenteschi adiacenti), otteneva l’avallo della Soprintendenza che valutava l’intervento “assentibile perché non contrasta ne produce compromissione degli elementi specifici del sito” subordinato all’integrale rispetto della prescrizione “che la struttura da installare sia a carattere stagionale”.

L’area d’intervento ricade in zona “2 – Tutela degli Insediamenti Antichi Accentrati del Put” e in “Zona di Rispetto Ambientale degli Insediamenti Antichi Accentrati” del Prg. Tuttavia, trattandosi di opere di natura temporanea la cui permanenza è limitata al solo periodo della stagione turistica, e non producendo alterazione permanente del territorio, il Comune non ha ritenuto necessaria la conformità urbanistica al Put.

A questo punto il responsabile del VII Settore del Comune di Meta, con Determinazione Dirigenziale n° 174 del 23/04/2020, provvedeva ad approvare il progetto e indire gara per l’affidamento e la gestione a carattere stagionale dal 1 marzo al 31 ottobre di ogni anno.

Con successiva Determinazione Dirigenziale n° 205 del 15.05.2020, a seguito dell’espletamento della procedura di gara, si procedeva ad aggiudicare l’appalto per la “Realizzazione e gestione di un chiosco-bar nella piazzetta Gradoni dei pescatori in cui esercitare attività commerciale a carattere stagionale dal 1° marzo al 31 ottobre di ogni anno per la durata di anni 6+6″. Il contratto di appalto veniva stipulato in data 6 agosto 2021 al signor Liberato Romano.

Il chiosco-bar edificato al posto dell’albero doveva avere natura “provvisoria” ma, ad oggi, a undici mesi dalla sua edificazione, non è mai stato smontato. Per tale motivo il Wwf Terre del Tirreno ha inviato una nota al Comune di Meta, alla Soprintendenza e ai carabinieri di Piano di Sorrento, oltre che alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, chiedendo un sollecito intervento e, in caso di accertate illegittimità, il sequestro dell’opera, promuovendo ogni azione per ottenere il reimpianto del pino facente parte a pieno titolo del paesaggio della piazzetta Gradoni dei Pescatori eliminato con una semplice perizia che ne assicurava il suo “spostamento”.

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