Un’estate che si annuncia già calda nell’Area marina protetta di Punta Campanella, tra i golfi di Napoli e Salerno, in una zona fortemente antropizzata e presa d’assalto nei mesi della bella stagione da imbarcazioni e turisti, che affollano il mare tra le costiere sorrentina e amalfitana.
A lanciare l’allarme è il direttore del Parco marino, Alberico Simioli: “Servono più controlli a mare. Individuare e punire chi non rispetta il regolamento dell’Amp, il mare e l’ambiente”. Transito di imbarcazioni in zone vietate, ancoraggi sulle praterie di posidonia, pesca subacquea illegale in alcuni siti ricchi di biodiversità. Anche abbandono di rifiuti in calette e fiordi caratteristici, come a Crapolla negli ultimi giorni.
Sono le minacce più frequenti per un sito protetto dal 1997 e che grazie alla presenza del Parco ha mantenuto in questi anni, nonostante la forte pressione antropica, un’elevata biodiversità e caratteristiche che la rendono un gioiello naturalistico di grande pregio, tanto che commissioni nazionali e internazionali, dopo approfondite analisi, lo hanno promosso e poi confermato due volte come zona Aspim, Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo.
Per tutto il mese di giugno l’Amp Punta Campanella ha lanciato una serie di messaggi sui social, sensibilizzando diportisti e visitatori sull’importanza di rispettare le regole del Parco. Inviate anche missive alle forze dell’ordine per chiedere un giro di vite su quanti ancora infrangono le norme dell’Amp.
“Ora occorre incrementare la presenza e la vigilanza nell’area. Dare un segnale forte. Sappiamo che anche le forze dell’ordine hanno carenza di personale e mezzi e spesso debbono occuparsi della sicurezza in mare. E per questo chiediamo che vengano dotate delle risorse adeguate per controllare una zona vasta, così frequentata e antropizzata come la nostra Area marina protetta – aggiunge Simioli -. Siamo un Parco che ha esigenze diverse rispetto ad altri, più isolati dalle grandi aree urbane e lontani dai flussi turistici.
Qui c’è bisogno di una presenza costante e capillare per porre un argine alle illegalità e tutelare un grande patrimonio naturalistico e ambientale, che il mondo intero ci invidia. Abbiamo già chiesto uno sforzo maggiore alle forze dell’ordine e le ringraziamo per il prezioso lavoro che svolgono quotidianamente, ma hanno bisogno di essere supportate e rifornite del necessario, se davvero vogliamo difendere il mare protetto”.
L’attenzione del Parco marino non è rivolta solo al mare, ma anche a siti considerati veri e propri gioielli della zona, come il Fiordo di Crapolla o l’isolotto dell’Isca, un tempo proprietà di Eduardo De Filippo e da qualche mese acquistato da imprenditori di Positano.
“Manterremo alta la guardia su qualsiasi tipo di intervento speculativo e che possa in qualche modo alterare le caratteristiche di questi luoghi, che ricadono nella zona B, di protezione generale dell’Amp Punta Campanella -sottolinea Simioli -. Sull’Isca la scorsa estate ha nidificato il Gabbiano Corso, una specie pregiata e tutelata da direttive europee. Quest’anno 34 esemplari sono stati avvistati sulla falesia di fronte all’isolotto, accanto a Crapolla. Abbiamo il dovere di preservare siti di questa rilevanza, storica e ambientale”.
Tutelare al meglio, dunque, ma anche rendere fruibile l’Area in maniera sostenibile e con il minimo impatto possibile. Questa la strategia per guardare al futuro, verso una transizione ecologica del territorio e di chi vive e frequenta questo mare
‘Insieme al presidente Lucio Cacace, al Cda ed allo staff, abbiamo molte idee e progetti in cantiere per spingere tutta la zona verso un modello green, sostenibile, con comunità energetica del Parco per motori elettrici, lotta ai rifiuti marini, controllo della temperatura del mare e altre iniziative volte a una vera transizione ecologica”.
Ma prima di tutto, occorre che l’area sia adeguatamente tutelata. “Difendere il mare protetto è fondamentale per guardare avanti, ad un futuro di sostenibilità per tutta la zona – conclude Simioli -. Noi faremo la nostra parte e ce la metteremo tutta. Per la prossima estate stiamo pensando ad un sistema che renda identificabili tutte le imbarcazioni che entrano nell’Area marina protetta, in modo da controllarle meglio.
Ma abbiamo bisogno del sostegno di Enti, Istituzioni e della presenza costante delle forze dell’ordine. Solo così potremo assicurare un futuro alla ricca biodiversità del Parco, a gioielli come Crapolla, Ieranto, il Vervece e tanti altri, e puntare decisamente verso una svolta, un modello green, una blu economy per l’Area marina e le due costiere”.