Negli ultimi giorni si registrano disagi a catena per chi utilizza i convogli dell’Eav per i propri spostamenti. Pendolari e turisti sono stati costretti a fare i conti con guasti e problemi tecnici, ma anche con la mancanza di dipendenti. Nel momento in cui il personale viaggiante rifiuta lo straordinario i treni si fermano.
A questo proposito il sindacato Orsa, una delle sigle più rappresentative, ha inviato la nota che pubblichiamo di seguito:
La gestione del personale negli ultimi 10 anni in Eav è stata un fallimento totale e ciò che sta succedendo in queste ultime due settimane ne è la prova evidente. Com’è possibile che un’azienda che esercita il trasporto pubblico, dopo tre selezioni esterne per assumere nuovo personale (oltre che un paio di riqualificazioni interne per capitreno e macchinista), e oltre 500 assunzioni già effettuate, si ritrovi a sopprimere delle corse treno per carenza di personale?
Il primo segnale della mancanza di attenzione verso il settore del trasporto ferroviario lo abbiamo avuto, notando che i primi assunti, ad inizio 2020, erano esclusivamente amministrativi, sia pure laureati, quando sappiamo bene quali siano le categorie prioritarie per far funzionare una ferrovia che ha enormi carenze tra il personale operativo, e che per formare e mettere in servizio operai, macchinisti e capitreno, occorrono diversi mesi, mentre per i ruoli amministrativi è tutto molto più semplice e rapido, da questo abbiamo capito bene quale sarebbe stata l’accortezza della dirigenza.
Premesso che in Eav, per accordo sindacale, chi viene assunto come capotreno si deve abilitare anche come macchinista e viceversa, non si capisce come, con le oltre 500 assunzioni si abbiano ancora grossi vuoti in organico tra il personale che lavora sui treni e che neanche le altre due selezioni effettuate successivamente (burc 69 del mese di novembre del 2019 per 19 unità tra capitreno e macchinisti e burc 166 del 17 agosto 2020 per altre 40 unità) hanno risolto i problemi, tanto più che per la prima selezione il personale è stato indirizzato sulle linee di Piedimonte Matese e Benevento, mentre dalla selezione più recente sono stati, per ora assunti, 27 capitreno e 8 macchinisti, ma, mentre i macchinisti sono già in servizio sui treni, per i capitreno, mancando chi li doveva formare ed abilitare sulle linee Eav, è stato previsto andassero prima a fare il corso di formazione a macchinista e poi eventualmente saranno qualificati successivamente a capotreno, praticamente studieranno per 10 mesi o più e poi forse arriveranno sui treni.
È ancora più evidente come in questa azienda, l’organizzazione, la gestione e la formazione del personale, sia una questione che non viene trattata con la giusta attenzione, volendo usare un eufemismo.
Ma torniamo al problema della carenza di personale dei treni che attualmente sta facendo sopprimere alcune corse. Vorremmo però prima portare all’attenzione che l’attuale programma di esercizio è ancora “monco” di almeno una trentina di corse treno rispetto al periodo ante Covid (febbraio 2020) e che di questo nessuno ne parla, forse perché è responsabilità esclusivamente aziendale? Non sono soppressioni anche queste?
Oggi però ci sono numerose questioni di cui bisogna tener conto per capire perché siamo arrivati a questo punto ed a cui non viene data la giusta attenzione dall’opinione pubblica e dai giornali, “distratti” forse dalle tante dichiarazioni che i massimi vertici aziendali non fanno mai mancare.
– I capitreno ed i macchinisti, oltre ad avere le ferie estive “contingentate”, le devono programmare entro il 30 aprile, in modo che l’azienda possa organizzare il servizio nei mesi di luglio ed agosto, per cui le carenze estive sono ben note in azienda, già dal mese di maggio.
– L’età media dei macchinisti è superiore ai 50 anni.
– Il numero dei guasti medio-gravi e gravi è altissimo, stendiamo un velo pietoso sui treni ristrutturati dalla Firema (i famosi revamping), da poco consegnati, ma che stanno dando tantissimi problemi di affidabilità durante la marcia. Se poi sommiamo oltre ai guasti quotidiani dei treni anche quelli dei passaggi a livello, degli scambi, dei segnali lungo la rete ferroviaria, arriviamo a numeri inaccettabili per un Paese civile e graviamo ulteriormente sul nervosismo di chi sui treni ci viaggia e ci lavora, senza considerare l’incidenza dei ritardi correlati direttamente a questi guasti.
– Ad aumentare enormemente lo stress contribuiscono poi altre situazioni che, tempo fa, erano considerate eccezionali, ma che oggi stanno accadendo troppo di frequente, e ci riferiamo agli investimenti (mortali e non), ovviamente ai suicidi, agli incendi in linea, sui treni o delle sterpaglie.
– La ciliegina sulla torta dello stress da lavoro correlato è la mancanza di treni climatizzati correttamente, se pensiamo che la percentuale di quelli su cui funziona (eufemismo anche questo) il climatizzatore è inferiore al 30% e che in cabina di guida si raggiungono i 40° con una facilità estrema, se pensiamo a cos’è stato il clima che abbiamo “sopportato” dal primo luglio ad oggi, vediamo bene che chi può cerca di fare il proprio turno e poi andare via e in più, sui treni non c’è nessun controllo delle forze dell’ordine, non esiste il distanziamento sociale, le aggressioni sono frequentissime, il biglietto è un optional, così capiamo bene cosa può essere il logoramento di chi deve lavorare in questo contesto.
– In queste condizioni lavorative diviene sempre più difficile effettuare turni di straordinario dunque, c’è un limite oltre il quale obiettivamente non si può andare, soprattutto se poi si diventa la valvola di sfogo delle frustrazioni dei viaggiatori e di una gestione del personale aziendale poco accorta alle reali necessità dei lavoratori che vivono i problemi sulla propria pelle e troppo accorta al proprio profilo “social”.
L’Eav, come al solito tende a banalizzare e sottovalutare, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, tutti questi problemi, ma lo fa soltanto per nascondere che le vere responsabilità di ciò che sta succedendo ricadono esclusivamente su chi in Eav ha avuto, a qualsiasi titolo, il potere di gestire i lavoratori e le manutenzioni, siano essi dirigenti o funzionari. C’è stata una scarsa capacità di analisi nel programmare e gestire un’azienda complessa quale è una società di trasporto, spero che prima o poi la Regione Campania se ne renda conto e ponga rimedio, anche se sappiamo bene che non sarà così perché quando nel 2015 c’è stato il cambio ai vertici dell’amministrazione regionale, furono confermati tutti i dirigenti, a riprova che nulla cambia anche se tutto cambia (o sembra).