Regole per riapertura di lidi, ristoranti e parrucchieri. Deroghe per la Campania?

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La Regione Campania sarebbe intenzionata a derogare, se i protocolli lo consentiranno, alle regole stringenti fissate per ristoranti, spiagge e parrucchieri, nel caso il decreto atteso per fine settimana dovesse accogliere le indicazioni dei tecnici di Inail ed Istituto Superiore di Sanità. Piani che prevedono, ad esempio, quattro metri quadrati tra i tavoli, cinque metri di distanza tra un ombrellone e l’altro e due metri tra i clienti nel salone di un acconciatore.

“Impossibile posizionare gli ombrelloni a cinque metri su spiagge come quella di Nerano: vedremo se le norme ci consentiranno di allargare le maglie sempre nel rispetto della sicurezza sanitaria”, spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Marchiello. Il Sindacato Balneari ha ribadito la necessità “di contenere al minimo le distanze tra ombrelloni e lettini a tutela dei lidi piccoli”.

Altro caso complesso è rappresentato dalle trattorie tipiche di Napoli, come quelle ai Quartieri Spagnoli. Come faranno a rispettare le distanze? “Stiamo ascoltando tutte le categorie e continueremo a farlo fino al weekend”, fanno sapere dalla Regione.

In queste ore la task force sta mettendo insieme i tasselli per arrivare a produrre un documento finale da sottoporre al massimo sabato al presidente Vincenzo De Luca. Da quanto trapela si lavora per una piccola riduzione a un metro e mezzo tra un tavolo e l’altro lì dove gli spazi sono molto ridotti. Oggi nella Prefettura di Napoli si terrà un nuovo incontro tra i rappresentanti istituzionali e delle categorie coinvolte nella Fase 2 post Covid-19.

Certo, la premessa di ogni valutazione è la situazione sanitaria. Vanno rispettate le prescrizioni sulle protezioni e il distanziamento per evitare nuove ondate di contagi. “Noi prendiamo atto innanzitutto delle linee guida che approva il Governo sulla base della indicazioni dell’istituto superiore di sanità – spiega il governatore -. Quella è la traccia alla quale dovremmo attenerci”.

“Adesso dobbiamo unire tutte le forze per difendere le nostre categorie, trasversalmente, dai bar, ai ristoranti, agli stabilimenti balneari, ai baretti, alle discoteche, senza personalismi: nessuno ha la ricetta giusta, ma abbiamo la forza di rappresentare il 20% delle aziende e non ci possono trattare come gli appestatori. Vogliamo lavorare con dignità e onore, senza essere mortificati ed essere trattati come numeri e non come persone”, l’appello di Confcommercio.

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