Weekend tragico sulle strade con 45 morti

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“Ci occupiamo da molti anni di incidentalità stradale è noto. Ma mai ci era capitato di registrare in un fine settimana autunnale un numero così elevato di vittime che neanche in estate”. Lo affermano dall’osservatorio Asaps dopo che nell’ultimo weekend si è registrato un numero di morti superiore anche rispetto ai peggiori fine settimana estivi.

Il secondo weekend del mese (7-9 ottobre) ha fatto segnare addirittura 45 decessi. Nelle 72 ore prese in esame, hanno perso la vita 7 persone su un pulmino, 14 automobilisti, 16 motociclisti, 1 vittima su una minicar, e 7 pedoni. Sono state 12 le vittime sulla rete autostradale, numero sul quale ha inciso lo spaventoso incidente con 7 morti nel tragico schianto di venerdì 7 ottobre, fra loro oltre il conducente Massimo Pironi e l’educatrice Romina Bannini e 5 ragazzi disabili.

Dei 35 incidenti mortali ben 27 sono avvenuti su strade statali, regionali o provinciali. Mentre sono stati 5 sulle autostrade. La fuoriuscita del veicolo senza il coinvolgimento di terzi è stata la causa di 18 incidenti fatali su 35. Fra le 45 vittime 20 avevano meno di 35 anni. La vittima più anziana aveva 73 anni.

Sono state 9 le vittime nel Veneto, 8 in Piemonte, 5 in Lombardia e in Emilia Romagna, 4 in Toscana, 3 nel Lazio e Puglia, 2 in Campania, Trentino Alto Adige e Sicilia. Infine 1 rispettivamente in Friuli Venezia Giulia e Basilicata.

Questo fine settimana con dati veramente paurosi è la conferma di una situazione infortunistica che appare sempre di più fuori controllo – spiegano da Asaps -. Mancano analisi di dettaglio dei rilievi effettuati da tutte le forze di polizia, comprese le Polizie Locali che effettuano la maggior parte dei rilievi il cui dato complessivo manca nelle schede informative immediate. Asaps riesce però a raccogliere anche questo dato che porta alla stesura di cifre complessive veramente preoccupanti.

Mancano campagne informative sulla sicurezza stradale che viene sempre dopo, molto dopo le altre crepe sul terreno della sicurezza in genere. Assistiamo poi ad una diminuzione costante di pattuglie sulle strade mentre servirebbe un ripianamento e rinforzo dei controlli sulle arterie statali e provinciali, cioè quelle – lo dicono le inappellabili cifre – in assoluto col più alto tasso di mortalità.

Assistiamo da tempo a una “remotizzazione” sempre più ampia dei controlli con l’ausilio dell’elettronica sicuramente molto utile, ma l’elettronica non intercetta alcol e droga alla guida, uso del cellulare, alterazione dei cronotachigrafi, mancato uso delle cinture e in qualche caso scivola su una attenzione certamente necessaria per il contrasto al superamento dei limiti di velocità, ma con la collocazione dei sistemi di controllo che a volte possono dare la sensazione, seppur in pochi piccoli enti, che favoriscono più la cassa che la vera sicurezza.

E la politica? Assente ingiustificata. Manca da anni una seria riforma del Codice della strada e un intervento che imponga la costante attivazione della informazione ed educazione stradale anche sui canali televisivi e gli altri media. Ma non c’è da stupirsi visto che nei programmi di tutti i partiti per le elezioni politiche non abbiamo letto una sola riga sul tema sicurezza stradale. Probabilmente è considerato argomento poco attrattivo per chi ricerca consenso. Argomento che esige invece misure serie come in altri paesi modello. Appunto”.

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