Viaggio nel depuratore di Punta Gradelle, il segreto delle Bandiere blu in penisola sorrentina – foto –

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Dai divieti di balneazione a giorni alterni, alla raffica di Bandiere blu. La penisola sorrentina in pochi anni ha completamente invertito la rotta sulla tutela del mare. Il segreto è tutto sottoterra, in una sequenza di gallerie ricavate nelle grotte carsiche di Punta Gradelle, il promontorio che divide Vico Equense da Meta. Eccolo qui questo impianto di depurazione modello che non impatta con l’ambiente e che, anzi, è una vera e propria diga in difesa del mare pulito se è vero com’è vero, e lo abbiamo verificato, che arrivano liquami e si versa in mare acqua depurata anche dai virus, grazie ad un sofisticato sistema di raggi ultravioletti.

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Un impianto da 25 milioni di euro che è diventato un vero e proprio baluardo nella difesa dell’ecosistema. Il depuratore di Punta Gradelle è ancora gestito da Veolia insieme al Consorzio Integra, le aziende che lo hanno costruito con Idi, Simm e Sogesid. Un investimento importante, programmato negli anni dalla Regione, che dopo i decenni di stop and go durante la costruzione, oggi è una invidiata realtà da parte di molte località turistiche.

Entriamo scortati da Luigi Facchi, l’uomo che di questo impianto conosce ogni segreto. Entro fine anno abbandonerà la postazione perché i collaudi sono ultimati ed è tempo che la gestione passi alla Gori, l’azienda che si occupa dei servizi idrici e fognari della penisola sorrentina.”«Ma non ci saranno contraccolpi – assicura Facchi -. Qui è stato formato un gruppo di persone capaci e, soprattutto, appassionate di questo lavoro”.

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La prima galleria che percorriamo è lunga circa un chilometro. Costeggia cabine elettriche controllate elettronicamente, che garantiscono la trasformazione da 10.000 a 380 volt e alimentano autonomamente ogni sezione dell’impianto. La galleria, che sembra quella di una autostrada, nasconde nelle sue viscere la prima condotta fognaria di adduzione, è quella che raccoglie e conferisce tutta la produzione del Comune di Vico Equense. Dalla parte opposta, arriva nel cuore del depuratore un altro tunnel molto più lungo, quasi 5 chilometri, che nasconde il collettore, già gestito da Gori, che arriva da Sorrento e in cui confluiscono anche i liquami di Sant’Agnello e Piano di Sorrento. Dalla stessa direzione arriva pure il collettore di Meta.

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La prima fase è quella delle grigliature. Tutta la parte solida viene separata da quella liquida e trattata in modo da trasformarla in fanghi inerti che poi vengono smaltiti in discariche appositamente attrezzate. Il processo prosegue in una rete di enormi gallerie dove macchinari tecnologicamente avanzatissimi procedono a filtrazioni dei liquidi attraverso membrane, e poi di seguito i procedimenti di ossidazione, quelli biologici fino ai raggi Uv prima di incanalare l’acqua di risulta, che è anche limpida, in una condotta sottomarina che la trasporta a 1.500 metri dalla costa a una profondità di circa novanta metri.

“Su questa acqua – spiega Facchi visibilmente orgoglioso del processo – effettuiamo due analisi a settimana e verifichiamo l’abbattimento di tutti i parametri inquinanti. L’impianto è progettato per sopportare i flussi massimi anche in piena stagione estiva. Le uniche difficoltà le incontriamo quando piove intensamente perché non tutti i Comuni hanno realizzato una perfetta separazione tra fogne nere e bianche. Per ora solo Vico Equense, grazie alla tenacia del sindaco Buonocore, è riuscito a fare notevoli passi in avanti in questa direzione. Comunque Gori sta lavorando anche negli altri Comuni”.

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Tra qualche settimana al depuratore arriveranno anche i liquami della zona orientale di Sorrento, quelli che finivano nel vetusto impianto di Marina Grande. Gori ha vari cantieri aperti per realizzare un nuovo tratto di collettore che da Marina Grande finirà a Punta Gradelle. “Nessun problema – spiega Facchi – aspettiamo questo aumento da Sorrento che aumenterà la portata attuale del 20%. L’impianto è già tarato per questi incrementi. Si potrebbe risolvere anche il problema dei troppo pieni con la pioggia abbondante, ma per questa soluzione occorrerebbe una seconda condotta sottomarina”.

Usciamo dall’impianto dopo aver visto la confluenza nella condotta che a Punta Gradelle si immerge nel mare. Stupisce non solo la qualità dell’acqua scaricata ma anche la respirabilità dell’aria nella ragnatela di gallerie. “C’è un impianto di ventilazione forzata – sottolinea Facchi – e anche sull’aria effettuiamo analisi continuamente”. È qui, dunque, che nascono le Bandiere blu della penisola sorrentina. È vero, ci vogliono anche altri parametri, a cominciare dalla raccolta dei rifiuti, ma è senza dubbio in queste gallerie che la penisola ha ritrovato il blu del suo mare. E a guardare tutto questo viene da immaginare cosa potrebbe diventare il Golfo se anche a foce Sarno si realizzasse qualcosa di simile.

di Antonino Pane da Il Mattino

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