Turismo. Le aziende di Sorrento a caccia di personale

camerieri

Le aziende del settore dell’accoglienza alle prese con la carenza di personale. Il primo a lanciare l’allarme è stato direttamente il ministro Massimo Garavaglia. Già a metà novembre, quando ancora non era stato toccato il picco della quarta ondata di Covid, in prospettiva della forte ripresa prevista per la stagione ormai alle porte, il titolare della delega al Turismo nel governo Draghi evidenziava che “al comparto mancano tra le 200mila e le 300mila figure lavorative”.

Ed ora, quando le strutture si preparano a riaprire i battenti, quelle parole sembrano quanto mai profetiche. Anche la penisola sorrentina, principale industria dell’ospitalità del Mezzogiorno, si vede costretta a fare i conti con la scarsità di addetti, anche di quelli più qualificati.

Diversi i fattori che concorrono a determinare questa situazione secondo Mauro Di Maio, presidente nazionale dell’associazione Le Chiavi D’oro Faipa e vice presidente di Solidus I Professionisti dell’ospitalità italiana. “In molti – spiega – sono passati all’edilizia, un segmento che vive un vero e proprio boom grazie agli incentivi statali ed è alla ricerca di manodopera, anche non specializzata. Le ditte offrono la possibilità di lavorare tutto l’anno, con orario fisso, dal lunedì al venerdì, assicurando il weekend libero, e garantendo salari adeguati. Invece nelle attività turistiche gli orari sono spezzettati, si lavora solo per un periodo limitato e gli stipendi non sempre sono proporzionati all’impegno”.

Non tutti, però, possono passare all’edilizia. “È vero – conferma Di Maio -. Ma ci sono anche le possibilità offerte dall’espansione dell’extralberghiero al quale possono rivolgersi soprattutto le addette ai piani che decidono di accontentarsi di un part-time facendo le pulizie nei b&b, oppure i camerieri che si limitano a rispondere alle richieste di personale extra di ristoranti e location per cerimonie”.

È necessario, quindi, ripensare l’intero mercato del lavoro nel turismo. “Bisogna che le aziende riconoscano le professionalità – chiarisce il presidente de Le Chiavi D’oro – assicurando paghe adeguate. Ricordo che il contratto collettivo nazionale non viene rinnovato da almeno 7 anni. Un’assurdità per un settore che vive proprio degli standard di qualità garantiti dal personale”.

Anche gli ammortizzatori sociali non vengono giudicati in linea con le aspettative. «Da anni ci battiamo contro la Naspi – sottolinea ancora Di Maio -. Ricordo che in passato, lavorando 6 mesi all’anno, si percepiva la disoccupazione per gli altri 6, e si riusciva a vivere dignitosamente. Ora, invece, un contratto di 6 mesi garantisce la Naspi solo per 3 mensilità, e gli altri 3 mesi come si tira avanti? È necessario ripensare il sistema altrimenti rischiamo di fare come la riviera romagnola dove sono stati costretti a ricorrere a lavoratori albanesi senza alcuna formazione”.

La conferma arriva anche dal fatto che alcuni appuntamenti per il reclutamento di personale in Costiera sono andati praticamente deserti, mentre le aziende, anche quelle più rinomate, continuano a diffondere annunci per la ricerca di manodopera: chef, camerieri, facchini, portieri ed addetti alle pulizie.

Una situazione che, però, non preoccupa più di tanto il leader degli albergatori regionali. “Abbiamo un rapporto con i dipendenti che si è consolidato negli anni – mette in chiaro Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania -. Per questo le nostre aziende ed i lavoratori non hanno bisogno di partecipare a queste attività che mettono in relazione domanda ed offerta di lavoro”.

E l’allarme lanciato anche dal ministro Garavaglia allora? “È la conseguenza di quanto accaduto l’anno scorso – ricostruisce Iaccarino -. Una stagione contrassegnata dall’incertezza, partita tardi e che non si sapeva quanto sarebbe durata. Le strutture hanno aperto senza poter garantire contratti a lungo termine e molti lavoratori hanno preferito accontentarsi dei ristori assicurati dal governo oppure richiedere il Reddito di cittadinanza. Ora, invece, la situazione è decisamente diversa”.

Le previsioni sono buone? “Per Pasqua sicuramente si – chiarisce Iaccarino – poi per il prosieguo bisogna capire come evolve il conflitto in Ucraina che dopo gli anni della pandemia non ci voleva proprio”. Il numero uno di Federalberghi è preoccupato anche dal caro-bollette: “di certo avrà forti ricadute anche sul nostro settore”.

Dal pezzo del nostro direttore per Il Mattino

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