Taglio di alberi in una zona a rischio frana tra Sant’Agnello e Sorrento, denuncia Wwf

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SANT’AGNELLO. Allertati da cittadini, che segnalavano colonne di fumo, i volontari del Wwf hanno documentato e denunciato operazioni di taglio in atto di numerosi esemplari arborei in un’area ad alto rischio frana nel Comune di Sant’Agnello, con una nota inviata alla polizia municipale e all’ufficio Tecnico di Sant’Agnello, alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, alla Regione Campania Genio Civile e Difesa Suolo, alla Soprintendenza di Napoli e ai Carabinieri Forestali.

Il fondo oggetto dei lavori di “pulizia” è sito alla fine della via Rubinacci, , al confine con Sorrento, in una proprietà posta a valle nel punto in cui inizia la via Catigliano. Il Wwf ha documentato il taglio di arbusti e alberi (ulivi, ma anche ornielli, mirti, lentischi, ecc.) con drastiche capitozzature ed eliminazione a raso di esemplari anche di notevoli dimensioni.

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“I tagli – si legge nell’esposto del Wwf – appaiono tali da compromettere l’integrità e la sopravvivenza stessa degli alberi. Coscienti criteri di potatura prevedono l’effettuazione di potature, se necessarie, da eseguirsi sempre con moderazione. Invece i tagli, come eseguiti, ci sembrano immotivati ed equivalenti certamente ad amputazioni delle strutture arboree tali da danneggiare la stessa vitalità delle piante e, in ogni caso, da incidere di fatto negativamente sul paesaggio. Non si comprende i motivi dei tagli anche perché gli ulivi tagliati erano in vegetazione. Inoltre si è proceduto ad eliminare anche polloni cresciuti su ceppaie già tagliate a raso diversi anni fa. Infine si è proceduto a smaltire gli sfalci e i residui dei tagli tramite combustione sul posto i cui fumi prodotti sono apparsi visibili anche da lontano”.

“Le operazioni messe in essere ci appaiono tanto criminose quanto irresponsabili – dichiara Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno – eppure nonostante la nostra denuncia stanno continuando impunemente, grazie anche ad una perizia agronomica, prodotta dopo il sopralluogo della polizia municipale, che giustificherebbe le operazion. Il versante su cui si sta operando è assolutamente fragile e a rischio crollo. Già in passato si sono verificate pericolose frane. Andare ad eliminare in toto la copertura arborea e cespugliosa significa annullare un prezioso baluardo, rappresentato dalle folte chiome, utile ad intercettare e rallentare le acque piovane.

Inoltre senza le chiome si otterrà ora un inevitabile indebolimento degli apparati radicali che contribuivano ad ancorare e trattenere terreno e rocce, in un sito già classificato nel Psai dall’Autorità di Bacino a Pericolosità Frana Molto Elevata (P4) e Rischio Frana Molto Elevato (R4). Infine lo smaltimento degli sfalci sta avvenendo tramite bruciatura, incenerendo il materiale sotto le pareti calcaree che, con le alte temperature, subiscono inevitabili sollecitazioni e distacchi. Il tutto in un terreno direttamente a strapiombo sulla cava sottostante e sulla strada”.

Il Wwf richiamando i vincoli paesaggistici posti sull’area, sottolineando come il taglio di alberi, comportando una evidente modifica dello stato dei luoghi e del delicato equilibrio idrogeologico, determini un’alterazione del territorio e va quindi preventivamente autorizzato, ha chiesto di verificare la legittimità dei lavori effettuati e se sussistano gli estremi di danneggiamento di bellezze naturali ai sensi della L. 431/85 e della L. 1497/39.

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