Stop al parcheggio di via San Michele a Piano di Sorrento

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Con una lettera indirizzata al Wwf Terre del Tirreno il Comune di Piano di Sorrento, a firma del Responsabile del 5° Settore architetto Francesco Saverio Cannavale, ha comunicato che il procedimento amministrativo per la realizzazione dell’autorimessa interrata in via San Michele è attualmente sospeso in virtù della nota dell’assessore ai Lavori pubblici Anna Iaccarino.

“Prendiamo atto della volontà della nuova amministrazione in carica di valutare le diverse e gravi criticità emerse e da tempo segnalate dalla nostra associazione – dichiara Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno –. Ci auguriamo che l’idea di stravolgere e cementificare l’area, con un’opera non consentita dalla legge, venga definitivamente abbandonata e si realizzi al più presto la finalità per la quale ai tempi della giunta Nastro quell’area venne espropriata, grazie ad un finanziamento della Comunità Europea di due miliardi di lire, ovvero realizzare un parco necessario ad ottemperare agli standard di verde pubblico vitale per la cittadinanza.

Eppure si aspetta da un quarto di secolo che quel parco, chiuso da un cancello, sia restituito alla cittadinanza. Nel frattempo sono almeno due le generazioni di bambini che sono state private della possibilità di correre e giocare nel verde. Con il Wwf siamo pronti a collaborare per progettare e creare, al posto del parcheggio, una vera e propria Oasi urbana: un “Central Park” invece del Parcheggio. In tutto il mondo si sta facendo largo il principio di salvare le Aree Verdi rimaste, specie nelle città, e da noi invece ci si vuole ostinare a distruggerle.

Non può esserci visione più miope e arretrata di questa. Si facciano i parcheggi a rotazione in aree già urbanizzate e si lasci quello spazio alla natura, il cemento non sarà mai un fertilizzante per piante e alberi. Per una volta si faccia ciò che è più giusto invece di ciò che è economicamente più conveniente. Per il bene delle generazioni future”.

Il Wwf con una nota inviata al sindaco, all’assessore ai Lavori pubblici, al segretario generale, al responsabile del V Settore e al responsabile del III Settore del Comune di Piano di Sorrento, aveva diffidato la nuova amministrazione in carica dal perseverare nella progettazione di un’opera, fortemente voluta dalle precedenti amministrazioni, che non è strategica né autorizzabile in quanto non consentita dalle normative vigenti.

A distanza di venti anni dalla famigerata Legge Regionale n° 19 del 2001, che ha permesso di derogare illegittimamente al Put, sono migliaia i box auto realizzati nella costiera sorrentino-amalfitana, modificando irreversibilmente il paesaggio, e altrettanti sono in corso d’opera e si continuano a progettare.

Le amministrazioni peninsulari si sono quasi tutte contraddistinte per una discutibile visione di “futuro” che ha portato alla tenace pianificazione, e messa in opera, di tutta una serie di progetti pubblici e privati che, a ben vedere, il più delle volte la legge non avrebbe consentito, ma che hanno comportato un enorme consumo di suolo e un irreversibile stravolgimento paesistico e ambientale.

I migliaia di box privati che sono stati edificati al posto di giardini storici, con sacrificio di aranci, ulivi, noci e ciliegi anche secolari, non sono affatto serviti a togliere le macchine dalla strada e a risolvere il problema del traffico e dell’inquinamento come promettevano. È chiaro che solo chi era in mala fede fingeva di crederci. Solo ora ci si accorge che mancano gli stalli a rotazione e i parcheggi pubblici. E dove si decide di costruirli? Anziché sotto le strade e le piazze, ancora sotto i giardini e in aree dove la legge non lo consente?

Dopo ben due decenni dalle prime speculazioni, di quello che il Wwf definì subito “l’affare boxlandia”, plurime sentenze del Tar, del Consiglio di Stato, della Cassazione, della Corte Costituzionale e della Giustizia Penale, hanno chiarito la corretta applicazione delle norme e l’errata e pretestuosa interpretazione della Legge 19/01 e non consentono più di “interpretare la legge” a proprio piacimento.

Il parcheggio di cui si discute sarebbe da edificare nel cuore del centro storico di Piano di Sorrento, nel vicolo San Michele, al posto di un’area a verde costruita con i soldi europei e mai inaugurata. Il progetto del parcheggio è stato sempre osteggiato dal Wwf e modificato più volte nel corso degli ultimi diciasette anni. Nel cassetto ci sono 1milione e 802mila euro che la Regione Campania avrebbe conservato per tale struttura, tanto devastante quanto poco strategica oltre che non consentita dalla legge (come ben esplicitato dal D.M. 1444/68). L’ultima delle sentenze del Consiglio di Stato (la n. 1081/2021), per una vicenda analoga nel Comune di Meta, ha chiarito come in zona 2 del Put i parcheggi interrati non si possano costruire.

Sarebbe il caso se ne convincesse, una volta per tutte, anche la politica evitando di sprecare, non solo suolo, ma ulteriore tempo e denaro pubblico.

“Un suolo cementificato lo è per sempre – aggiunge Claudio d’Esposito -. Pochi sanno che per rigenerare lo strato di pochi centimetri di humus ci vogliono migliaia di anni. L’accordo raggiunto nell’ultimo G20 di Roma stabilisce di impedire ulteriore consumo di suolo e piantare 1000 miliardi di alberi entro il 2030 per ridurre, nel medio termine, del 25% la CO2 globale.

Non risolve la crisi climatica senza precedenti che stiamo vivendo ma aiuta tantissimo, e ci consentirebbe di recuperare 70 anni, dandoci il tempo per modificare le nostre abitudini e sviluppare nuove tecnologie. Ogni albero di medie dimensioni cattura fino a 20 kg di CO2 all’anno, se poi è inserito in un bosco disetaneo con specie diverse ne assorbe fino a 30-40 kg.

Iniziamo col creare nuovi parchi, boschi e oasi in città: assieme al clima se ne avvantaggerebbero gli stessi cittadini, che avrebbero un luogo sicuro dove trovare frescura in estate, natura, aria pulita, relax e ispirazione”.

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