Ristoranti d’Italia de L’Espresso, pioggia di cappelli in Campania

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È stata presentata a Firenze, negli spazi della Stazione Leopolda, l’edizione 2018 de “I Ristoranti d’Italia”, la storica guida de L’Espresso che compie 40 anni e per l’occasione presenta una copertina in oro e segna un’importante novità. Come riportato da Gambero Rosso, il 2018 segna l’esordio dei Cappelli d’Oro, assegnati ai ristoranti cosiddetti “nuovi classici”, quelli che hanno costruito la storia della cucina italiana degli ultimi decenni, in un viaggio tra grandi tavole che spazia da Nord a Sud.

In tutto i locali recensiti da oltre novanta collaboratori sono circa duemila. In testa c’è la Lombardia, con Milano grande polo catalizzatore, mentre la Campania si conferma tra le Regioni più prolifiche con ben 68 segnalazioni a cominciare dal Cappello d’Oro assegnato al ristorante Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi, di Alfonso e Livia Iaccarino, autentici pionieri della rivoluzione a tavola.

GennaroEsposito

Il Don Alfonso si conferma, quindi, il ristorante più noto e amato tra quelli campani secondo una ricerca internazionale di qualche anno fa. L’elegante locale di Alfonso e Livia Iaccarino, con i figli Ernesto in cucina e Mario in sala, è accreditato come ambasciatore della dieta mediterranea: era tra i suoi ammiratori proprio Ancel Keys, il medico americano che teorizzò quel profilo alimentare come il segreto della lunga vita.

Nella classifica campana ci sono poi tre ristoranti con 4 Cappelli, livello che certifica “Cucina eccellente”. Ad Ischia Nino Di Costanzo, con il suo recente ed originalissimo Danì Maison. Alla pari, Il colto Krèsios di Giuseppe Iannotti di Telese Terme, mentre nell’area interna, a Brusciano si conferma Taverna Estia.

Con 3 Cappelli, quindi “Cucina ottima”, troviamo Gennarino Esposito con la sua Torre del Saracino. Da anni è lui che apre la serie di grandi tavole sulla costa: da Vico Equense ad Amalfi. Alla pari, Michele De Leo a Ravello, con il ristorante nell’Hotel Palazzo Avino, il Rosellinis.

Prevalgono le località di mare anche nella categoria 2 cappelli, “Cucina di qualità e di ricerca”. Ad Ischia il ristorante del Regina Isabella di Lacco Ameno, Indaco. Capri e Anacapri per la clientela internazionale: Rendez Vous del Quisisana e L’Olivo del Capri Palace. L’area flegrea evidenzia Sud, con la cucina creativa di Marianna Vitale, Castellammare offre Piazzetta Milù. A Vico Equense Antica Osteria Nonna Rosa resiste ad alti livelli tra altri grandi ristoranti. A Massa Lubrense con Taverna del Capitano e Quattro Passi.

Non arretra la costiera amalfitana, dove naviga nell’oro La Caravella, quindi Il Faro di capo d’orso a Maiori, dove fu inventata la Santarosa ecco Il Refettorio del Monastero di Conca dei Marini. A Cava de’ Tirreni il sempreverde Pappacarbone. Per la cucina di terra due indirizzi irpini celebri ormai: Marennà a Sorbo Serpico e Oasis Antichi sapori della famiglia Fischetti che ha piazzato una cattedra di cucina dell’Appennino a Vallesaccarda.

Per quanto riguarda la costiera sorrentina e Capri ci sono poi con un cappello Lo Stuzzichino, il Bikini, L’Accanto dell’Angiolieri, il Maxi di Capo La Gala, la Terrazza Tiberio del Tiberio Palace, il Mammà, il Riccio, Da Tonino, il Relais Blù, il Canonico, la Terrazza Bosquet dell’Excelsior Vittoria, il Buco, l’Antica Trattoria ed il Terrazza Marziale.

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