SORRENTO. Una nuova sfida per Raffaele Lauro che ha deciso di dedicare un’opera narrativa alla canzone “Caruso” di Lucio Dalla, al grande tenore e sopratutto a quel filo conduttore di storie ed emozioni partite da quella terrazza “davanti al golfo di Surriento”.
Ecco l’intervista a Raffaele Lauro:
Ha già iniziato a lavorare a “Caruso The Romance”?
“Dai primi di agosto. Il lavoro sta procedendo con grande sollecitudine. Sono letteralmente dominato dal demone. L’intreccio narrativo è ben definito. Ho letto e riletto tutto quanto scritto e pubblicato sulla canzone, su Lucio e sul grande tenore, Enrico. Il fascino di queste due meravigliose esistenze artistiche, legate a Sorrento, mi sta occupando la mente. E il cuore. E’ stata la provvidenza a farle incontrare nella suite dell’Excelsior Vittoria. O il caso, per chi non ha fede. La creazione artistica, per me, è un atto divino, un miracolo dell’Arte e dello Spirito. Milioni di persone, in tutto il mondo, ogni giorno, quando ascoltano questa melodia di amore, di dolore e di morte, si commuovono, fino alle lacrime. Anche chi non comprende le parole. Dentro la musica di Lucio c’è l’amore per la vita e l’accettazione della morte, ancorché prematura e improvvisa”.
Cosa ha significato questa canzone per Sorrento, per il turismo e per l’immagine della nostra terra?
“L’ho già dichiarato. Il ponte ideale, che si è creato, tra due canzoni, tra Torna a Surriento e Caruso, rappresenta, per Sorrento, la più straordinaria operazione di marketing turistico, unica al mondo. Chi ascolta le due canzoni, a Parigi, a Londra, a Tokyo, a Mosca, a New York o a Shanghai, avverte, nella melodia e nella descrizione, diurna e notturna, della nostra terra, un irresistibile richiamo a visitarla e a soggiornarvi. Se mi è consentita una forzatura mitologica, queste due canzoni sono le ‘nuove sirene’ di richiamo per Sorrento. Dentro ci sono tutti gli elementi della nostra terra meravigliosa e dei sentimenti che ispira: il mare, i profumi, la notte stellata, la luna, le lampare, l’amore, la vita, la gioia, la malinconia, l’addio, la morte. Il dramma e il riscatto. La passione e la consapevolezza del limite. Una leggenda”.
Che rapporti ha avuto con Lucio Dalla?
“L’ho conosciuto, quando non era famoso, e suonava al Fauno Notte, tramite un suo grande amico sorrentino, Franco Jannuzzi, precocemente scomparso. L’ho seguito e amato sempre, in tutto il suo percorso artistico. L’ho rincontrato, al Palazzo Municipale, quando, insieme, siamo stato premiati con il riconoscimento “Sorrento nel Mondo”. Un’occasione felice e indimenticabile”.
Il giorno dopo la morte, Lei ha fatto celebrare una Messa di suffragio, affollatissima, nella Chiesa del Santo Rosario del Capo di Sorrento. Ha pronunziato un’orazione funebre, alta e commuovente.
Fu una Messa di ringraziamento al Signore per il dono della vita di Lucio, della sua arte e del suo incontro d’amore con Sorrento. Un discorso grato per quanto aveva saputo offrire a Sorrento e ai sorrentini. Il mio nuovo romanzo rende narrativi i sentimenti espressi, nell’immediato, in quel triste pomeriggio dei primi di marzo del 2012.
RIPRODUZIONE RISERVATA