Predoni della penisola sorrentina arrestati, soddisfazione Wwf

datteri-sequestrati-11-ottobre-2016

Nei giorni scorsi il personale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, coordinato dalla Procura di Torre Annunziata, ha portato a termine una fondamentale operazione di contrasto alla pesca e al commercio clandestino dei datteri di mare.

Nell’ambito dell’operazione sono state tratte in arresto 18 persone, 7 delle quali sono state raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare in carcere ed 11 poste agli arresti domiciliari. I reati contestati sono il disastro ambientale, la ricettazione, l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati oltre al danneggiamento aggravato, alla distruzione di un habitat all’interno di un sito protetto, alla distruzione di bellezze naturali e al commercio di sostanze alimentari nocive.

“L’operazione – ha dichiarato Raffaele Lauria, delegato Wwf per la Campania – segna un ennesimo fondamentale risultato nelle attività di contrasto alla pesca illegale dei datteri di mare e testimonia, al contempo, quanto il fenomeno sia diffuso e radicato. Questo avviene perché l’illecito profitto derivante dal commercio illegale è talmente alto da indurre questi criminali a costruire vere e proprie organizzazioni a carattere imprenditoriale. È necessario quindi intervenire, a livello legislativo, al fine di dotare la Magistratura di strumenti ancor più efficaci, e a livello operativo, fornendo le forze di polizia, di un numero maggiore di personale specializzato e mezzi idonei a ridurre gli sforzi necessari a porre in essere le attività investigative e di vigilanza.

In questi termini la riforma Cartabia, nella parte in cui prevede la possibilità di dichiarare improcedibili una serie di reati, tra i quali anche il disastro ambientale, non può essere certamente accolta con favore. È inoltre urgente intervenire sulla domanda di questi prodotti: sono ancora troppo numerosi i casi in cui, nel mondo della ristorazione, vengono venduti prodotti ittici provenienti da mercati illegali”.

“Il dattero di mare (Lithophaga lithophaga) – ha aggiunto Claudio d’Esposito, presidente dell’Associazione Wwf Terre del Tirreno – è una specie protetta da diverse convenzioni internazionali e direttive comunitarie. In Italia ne è vietato il prelievo, la detenzione e commercializzazione dal 1988. Per un piatto di spaghetti ai datteri viene distrutto un metro quadrato di fondale. Con la roccia distrutta scompaiono anche tutta una miriade di organismi che nel corso di secoli hanno colonizzato il substrato roccioso.

Le conseguenze negative riguardano anche gli stessi pesci che non trovando nutrimento sono costretti a migrare in altri luoghi, contribuendo a creare un danno non solo all’ecosistema ma anche agli stessi pescatori. Di recente i biologi marini della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli hanno, indirettamente, messo in correlazione l’aumento delle meduse con la distruzione causata dal prelievo del dattero di mare. Tra i tanti organismi distrutti a colpi di martello, per estrarre il ricercato mollusco, ci sono anche coralli e madrepore, tra questi uno in particolare Astroides calycularis riconoscibile per il colore arancione vivo, che colonizza proprio le falesie calcaree fino a 50 metri di profondità e che è considerata a rischio di estinzione”.

Il Wwf Italia si congratula con le autorità pubbliche che quotidianamente operano a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e condanna fermamente la vile aggressione subita, ad opera di uno degli indagati, da un esponente della Capitaneria di Porto, nei confronti del quale esprime tutta la propria vicinanza.

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