Piano spiagge Regione Campania, ambientalisti manifestano contro il Puad

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Un Piano Demaniale che tradisce le aspettative dei cittadini di un mare libero e gratuito. Questo il parere de La Grande Onda che, insieme a numerose altre associazioni ambientaliste e per il mare libero, boccia il Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali (Puad) adottato dalla regione Campania. A partire dalla valenza spiccatamente turistico ricreativa che trascura nella sostanza gli aspetti ambientali, naturalistici e di pubblica fruibilità del demanio.

Il Puad prevede, tra l’altro, una riserva del 30% per le spiagge libere, una percentuale ritenuta dal coordinamento associativo non adeguata a rappresentare un giusto equilibrio tra interesse pubblico e privato.

Questa è solo una delle osservazioni protocollate via pec alla Regione da parte dell’associazione La Grande Onda che sottolinea come sia da rivedere sia il lessico utilizzato che il contenuto (definizioni, sistema sanzionatorio, classificazione dei lidi balneari).

“È il momento che le istituzioni prendano atto che siamo a un punto di svolta – afferma Laura Cuomo, presidente de La Grande Onda -. L’associazionismo, le forze sociali, tutti i cittadini hanno il dovere morale di scendere in campo contro una misura che difende gli interessi di pochi contro una fruibilità ampia e libera del nostro mare”.

“Il nuovo piano della Regione prevede solo un misero 30% di spiagge libere sull’intera costa e ai privati il 70% del litorale – dichiarano gli attivisti del Wwf -. A questo si aggiunge che il Puad consente ai Comuni di ridurre ulteriormente (in deroga) la percentuale del 30% di costa destinata alla balneazione libera? Assurdo, il mare è un diritto di tutti, senza dover necessariamente pagare per fare un bagno.

In Italia la storia della gestione del mare e delle spiagge ha trasformato negli anni le concessioni in vere e proprie proprietà private, conferendo ai titolari, sempre gli stessi, un’enorme fortuna economica oltre ad un enorme potere contrattuale, a tutti i livelli. I concessionari hanno accumulato una serie infinita di privilegi, dalle proroghe perenni, ai canoni risibili, all’interdizione al libero accesso dei cittadini al mare, fino alla consuetudine della tolleranza, se non compiacenza, nei confronti dei numerosi abusi realizzati sul demanio.

Di fatto si è permessa la privatizzazione delle nostre coste, svalutando le spiagge libere. Il Wwf assieme ai cittadini e associazioni, comitati e gruppi, si è schierato per pretendere l’applicazione delle normative e invertire la rotta dello sfruttamento delle coste italiane”.

 

Questa mattina la manifestazione di protesta della associazioni ambientaliste sotto il palazzo della Regione, in via Santa Lucía, a napoli, per affermare il diritto di un mare bene comune. Presidio che sarà attivo dalle 11 alle 18.

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