Pesca di frodo dei datteri in penisola sorrentina, arrivano le condanne

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Sei chilometri e mezzo di fondali della penisola sorrentina devastati irrimediabilmente per anni dai predoni del mare impegnati nel saccheggio dei pregiati datteri di mare. Distruzione arrivata fino all’Area marina protetta di Punta Campanella.

Danni provocati da una vera e propria organizzazione criminale dedicata alla raccolta e commercializzazione dei molluschi. Lo conferma la sentenza di primo grado arrivata ieri con la quale sono stati condannati i primi dodici imputati coinvolti nella maxi inchiesta della Procura di Torre Annunziata che a fine luglio 2021 portò la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia ad arrestare una ventina di persone.

Dovranno scontare sei anni di reclusione ciascuno Ciro Amodio, Francesco Mosca, Luigi Auletta, Salvatore Libero, Catello Massa, Antonio Del Gaudio, Vincenzo Viola, Raffaele Auletta, Carolina Balzano e Diego Visone, mentre sono stati condannati a tre anni Luca Visco e Mario Acquaviva.

Tutti gli imputati dovranno anche risarcire i vari enti che si sono costituiti parte civile (tra questi ministero dell’Ambiente, Wwf e Parco di Punta Campanella) ed è stata disposta dal giudice anche la confisca dei beni sotto sequestro, tra cui barche e attrezzature da pesca.

Le indagini della Guardia Costiera hanno consentito di ricostruire pure la rete di distribuzione, mentre una consulenza scientifica ha dimostrato e calcolato il danno ambientale ed economico arrecato all’ecosistema marino dalla frantumazione delle rocce per raccogliere i datteri di mare che, in particolare nel periodo natalizio, vengono venduti anche a 150-200 euro al chilo.

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