Palma caduta in piazza Lauro, affondo del Wwf

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SORRENTO. L’altra sera una delle palme che sorgono nelle aiuole di piazza Lauro si è improvvisamente schiantata al suolo per fortuna senza provocare feriti (per leggere l’articolo clicca qui), ma solo danni ad alcuni scooter parcheggiati nella zona. Ora interviene la locale sezione del Wwf dalla quale arriva un duro atto di accusa nei confronti dell’amministrazione comunale di Sorrento. Denuncia che riportiamo integralmente lasciando liberi i lettori di fare le proprie valutazioni in merito.

L’ultima vittima dei tagliatori di legname in ordine di tempo è stata una grossa Robinia (con l’intero bosco circostante) in via Nastro Verde. Al suo posto una distesa di sfalci e ramaglie pronte a prendere fuoco. L’abbattimento dell’annosa acacia ha fatto seguito ad analoga sorte del Carrubo secolare in via Capodimonte e della Canfora su via degli Aranci. Tutti alberi ritenuti all’improvviso “pericolosi per la pubblica e privata incolumità” e abbattuti ad horas con un veloce blitz.

Secondo l’agronomo di turno erano inclinati o vuoti all’interno e andavano eliminati. Eh sì … perchè poi “se cade chi se la prende la responsabilità?” E’ questo l’ormai abusato alibi che legittima gli scempi arborei.

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E la leggenda degli alberi “killer” diventa così sufficiente a decretare la condanna a morte, spicciola, senza diritto di replica, anche di patriarchi secolari, giudicati con perizie di parte, pronti a cadere. Salvo poi scoprire, ogni volta che il Wwf ci mette il naso con i suoi “esperti del ramo”, che quegli stessi alberi, periziati da tecnici e agronomi di parte propensi alla “soluzione motosega”, non sono poi realmente così pericolosi e, addirittura, stanno saldamente in piedi.

Ma, ed è la cosa più assurda e che ci deve far riflettere, gli alberi considerati non problematici da quegli stessi agronomi continuano a cadere a Sorrento, che si colloca così ai primi posti nel guinness dei primati della “terra dove cadono gli alberi”. Il crollo della palma in piazza Lauro causato dal forte vento di Nord-est, nella serata dell’altro ieri è solo l’ultimo di una lunga serie.

“Il modo di operare scelto dall’amministrazione di Sorrento, per by-passare le leggi poste a tutela, appare assolutamente deleterio e devastante – dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno -. Il Comune di Sorrento ha speso centinaia di euro in perizie utili solo a dimostrare la paventata pericolosità di taluni alberi più “fastidiosi” che realmente pericolosi.

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I risultati sono che gli alberi ritenuti pericolosi non sono caduti ma ci sono stati crolli di altri alberi. Questo può significare solo due cose: o i crolli non erano affatto prevedibili (ed allora a cosa è servita la perizia?) oppure l’agronomo non li ha saputi prevedere (ed allora a cosa è servito l’agronomo?) Delle due l’una. Due cose sole sono però certe: le perizie sono state pagate dai cittadini e gli alberi sono caduti, e continuano a cadere, mettendo a rischio sempre i cittadini.

Un esempio fra tutti: mentre il Comune spendeva migliaia di euro per cercare di dimostrare che il grosso Pino della Villa Comunale (salvato dal Wwf) non sarebbe rimasto in piedi, a pochi metri di distanza un grosso Cedro del Libano si schiantava al suolo a causa di una marcescenza alle radici senza che nessuno se ne accorgesse nemmeno l’agronomo pagato per periziare gli alberi.

Ma qualcuno si è mai chiesto perchè gli alberi ultimamente cadono a Sorrento? Il tiglio in piazza Tasso, il leccio nel Vallone dei Mulini, la fitolacca in piazza Lauro, la tamerice al porto, il pino nella scuola d’arte, il noce in via San Cesareo, la robinia in via Tasso, il pino in via San Renato, il cedro nella Villa Comunale, la palma in piazza Vittoria, l’aloe in piazza Lauro fino alla palma dell’altro ieri sera in piazza Lauro sono solo alcuni degli alberi crollati negli ultimi anni sul suolo pubblico nella città di Sorrento: tutti per cause imputabili in modo diretto o indiretto all’uomo ed ai suoi scriteriati interventi.

Quello che stiamo cercando di fare da anni con il Wwf è di condurre la problematica ad un approccio che sia realmente scientifico. E’ accaduto anche che alberi da noi non fatti abbattere sono stati poi misteriosamente attaccati da “strane patologie, quali fori di siringhe con sostanze chimiche nel legno, decorticazioni e tagli profondi sotto la corteccia e sul tronco, tagli alle di radici, capitozzature, ecc. e qualche albero alla fine, dopo anni e anni di reiterati sabotaggi è morto. Ma di ciò nessuno ne parla: il pioppo del Capo di Sorrento rimasto in piedi grazie al Wwf, dopo anni di impuniti atti vandalici, pericolosi per la salute e la stabilità stessa della pianta, stranamente non suscitava più preoccupazione e allarmismo una volta sabotato ed ucciso.

E nonostante l’attenzione certosina per perizie e controperizie, e decine di alberi “curati a colpi di motoseghe” il verde a Sorrento (fatto salvo quello gestito da privati) e le tante aiuole versano in una condizione pietosa e di triste e indecoroso abbandono. E’ sufficiente farsi un giro nelle strade e nelle piazze per osservare, le tante aiuole con sterpaglie e seccume al posto di piante e fiori. Abbiamo perso centinaia di esemplari di Palme a causa del famigerato Punteruolo rosso e, a distanza di decenni, nessuna palma è stata ad oggi ancora sostituita con altri alberi. Nella migliore delle ipotesi, la base tagliata viene usata come squallido portavaso. Sembrerebbe che ultimamente il verde invece di curarlo si preferisce abbatterlo e magari poi sostituirlo? Diceva un vecchio agronomo amico degli alberi: “l’unico albero sicuro è quello che non c’è mai stato”. Sarà questo un buon motivo per eliminarli tutti?”.

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