Ospedale unico, si del turismo “ma a Sorrento pronto soccorso di eccellenza”

In penisola sorrentina continua a tenere banco la questione ospedale unico. Cittadini spaccati tra favorevoli e contrari all’importante opera pubblica del costo di ben 113 milioni di euro, dei quali 90 erogati dallo stato ed altri 23 messi a disposizione dalla Regione Campania.

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A dire il vero le correnti di pensiero sono più di due. Da un lato c’è chi è favorevole a realizzare il nuovo presidio dove previsto, ossia al posto dell’attuale distretto sanitario di Sant’Agnello, c’è poi chi lo vorrebbe a prescindere dalla location ed infine chi ne farebbe volentieri a meno purché venissero adeguate le due strutture esistenti a Sorrento e Vico Equense.

Una scelta difficile che non può prescindere dalle aspettative dei turisti. Il comparto dell’accoglienza rappresenta il principale volano dell’economia della Costiera e, come tutti sanno, i moderni viaggiatori, prima di prenotare, si informano anche dell’assistenza sanitaria offerta nelle località dove si intende soggiornare.

Senza dimenticare la misura in cui incidono sul bacino di utenza. “Nei mesi di maggiore afflusso di turisti la popolazione del territorio che va da Massa Lubrense a Vico Equense aumenta da 80mila a circa 100mila persone, alle quali si aggiungono i residenti ed i clienti delle attività ricettive di Positano per i quali i nostri sono gli ospedali di riferimento – sottolinea il presidente di Federalberghi Campania e Penisola Sorrentina, Costanzo Iaccarino -. È chiaro che il principale obiettivo deve essere quello di garantire un’assistenza sanitaria all’altezza delle attese tanto dei nostri concittadini quanto degli ospiti. Ben venga, allora, una nuova e moderna struttura come quella che si intende realizzare a Sant’Agnello”.

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Secondo il leader degli albergatori della costiera non andrebbero, però, dismessi i presidi esistenti, anzi bisogna valorizzarli. “Il Santa Maria della Misericordia di Sorrento – evidenzia – dovrebbe diventare un pronto soccorso di primo livello in grado di offrire prestazioni per tutte le possibili emergenze con sale operatorie dedicate”.

Iaccarino poi lancia anche una proposta. “È assurdo che non nascano più bambini a Sorrento – spiega -. E allora perché non destinare una parte dell’attuale presidio ai reparti di ostetricia e ginecologia?”. Un suggerimento sul quale riflettere.

Intanto, sull’ipotesi di far coesistere le strutture sanitarie esistenti e quella che si vuole costruire, è d’accordo anche Gino Acampora, presidente degli agenti di viaggio della Costiera. “Ritengo che il nuovo ospedale di Sant’Agnello vada fatto perché i progetti sono pronti e ci sono già le risorse disponibili – chiarisce -. Bisogna però capire se gli studi realizzati una decina di anni fa possano considerarsi ancora validi alla luce del boom che sta vivendo il settore dell’ospitalità. Proprio per questo è opportuno mantenere l’attuale struttura di Sorrento destinandola a pronto soccorso di eccellenza”.

Secondo Acampora è comunque “urgente potenziare già ora il personale presso i presidi esistenti: è inutile fare un nuovo ospedale se mancano i medici”. Chi ritiene l’infrastruttura da edificare a Sant’Agnello !un’opera indispensabile per il territorio” è Sergio Fedele, presidente di Atex, associazione del comparto extralberghiero. Insieme ai responsabili di altre organizzazioni della Costiera, Fedele auspica che “il Consiglio comunale di Sant’Agnello approvi la variante al Prg per poter procedere alla realizzazione del progetto”.

In effetti, al momento, è questo l’ultimo ostacolo rimasto prima di poter indire la gara di appalto. Il punto è che l’amministrazione del sindaco Antonino Coppola nutre diverse perplessità sulla localizzazione della struttura che si intende realizzare, tanto da aver avviato la ricerca di soluzioni alternative, incassando la disponibilità dei proprietari di un albergo nella zona collinare di Piano di Sorrento. Anche se questa appare una strada poco percorribile come ha fatto intendere chiaramente il governatore Vincenzo De Luca: “Abbiamo speso già 5 milioni di euro per il progetto esecutivo: non può arrivare una nuova amministrazione e chiedere di pensarci”.

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