Ospedale unico, appello dei giovani medici della penisola sorrentina

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È un appello accorato quello che una trentina di giovani medici insieme ad alcuni laureandi della penisola sorrentina hanno rivolto al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ai sindaci del comprensorio costiero ed al direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo, perché si proceda alla realizzazione del nuovo ospedale unico. Tra i destinatari della lettera c’è anche l’intero Consiglio comunale di Sant’Agnello. È proprio qui, infatti, che si decide la sorte del progetto visto che senza l’ok alla variante al Piano regolatore non potrà partire la gara di appalto per i lavori che dovranno trasformare l’immobile che oggi ospita il distretto sanitario nel nuovo e moderno presidio.

Di seguito la lettera integrale.
Siamo un gruppo di giovani laureati e laureandi in Medicina e Chirurgia, originari e\o residenti nei comuni della Penisola Sorrentina, e con la presente intendiamo rappresentare alla Vostra cortese attenzione e responsabilità istituzionale anche il nostro punto di vista su una questione così importante e che sta animando un vivacissimo dibattito di cui ci sentiamo a pieno titolo parte in causa.
Premesso che tutti i punti di vista e le critiche hanno piena legittimità di cittadinanza, ancor più su un tema così decisivo per le sorti della sanità ospedaliera nell’area del Distretto 59, la nostra è la voce di “addetti ai lavori” che, consapevoli delle scottanti problematiche della sanità a tutti i livelli, hanno studiato il complesso iter procedurale del Progetto, frutto di oltre un decennio di lavoro congiunto tra le diverse Amministrazioni, l’Asl e la Regione Campania, per cui parlano con cognizione di causa, e proprio per questo guardano con fiducia e speranza alla realizzazione di questo nuovo Ospedale.
L’obiettivo del Progetto è dotare il nostro territorio di una struttura ospedaliera più moderna, più funzionale, più dotata di quelle tecnologie indispensabili per un più corretto esercizio dell’attività sanitaria e quindi più rispondente alle esigenze dell’utenza, più attrattiva per lo stesso personale sanitario la cui carenza rappresenta e rappresenterà il problema maggiore con cui confrontarsi negli anni a venire.
Siamo molto preoccupati dall’eventualità che l’intuizione che oltre dieci anni orsono ha ispirato le Amministrazioni della Penisola Sorrentina a intraprendere un lungo e complesso iter senza alcuna garanzia (considerata la gravissima criticità in cui versava la sanità campana in regime di commissariamento statale) di veder coronato di successo il lavoro congiuntamente intrapreso, abortisca definitivamente, se dovesse bloccarsi sulla linea del traguardo il percorso sin qui compiuto in un contesto di generale consenso fino a soli pochi mesi ad oggi.
Il quadro generale e particolare in cui maturò la decisione di realizzare il nuovo Ospedale, che superasse le troppe criticità esistenti e si armonizzasse con le direttive dello Stato è ben noto, e va riconosciuto a tutti gli attori di aver operato nell’esclusivo interesse generale delle nostre comunità, assumendosi anche la responsabilità della scelta di Sant’Agnello e dell’area di proprietà dell’Asl per realizzare l’Ospedale con il minimo impatto sul piano del sacrificio di aree verdi, elemento non secondario quando si tratta di realizzare un’opera pubblica di tale importanza, sicuramente la più importante nell’intera Penisola Sorrentina.
Per meglio evidenziare la portata di questa operazione e contestualizzare il discorso, richiamiamo alla Vostra attenzione il Documento conclusivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome – del 5 agosto 2014 (Rep. Atti 98/CSR) che sancisce l’intesa di cui al Regolamento del Ministero della Salute del 21 luglio 2014 inerente: “Definizione degli standard, qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, in attuazione dell’art. 1, comma 169 della legge 30 dicembre 2004, n.311 e dell’art. 15, comma 13, lettera c) del decreto legge 6 luglio 2012. N.95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.135”.
Dall’attenta e completa lettura di tale documento si evidenzia chiaramente la non sostenibilità dell’attuale organizzazione ospedaliera distrettuale fondata sulle attuali due strutture, e il concreto rischio addirittura di perdere nel prossimo futuro i due presidi di Vico Equense e di Sorrento, che non presentano le caratteristiche indispensabili per garantire, nel rispetto degli standard di legge, un’assistenza adeguata sotto tutti i punti di vista, da quello architettonico e strutturale, a quello logistico e organizzativo, senza tener conto di quanto emerso durante la grave pandemia Covid-19 e dei nuovi fabbisogni legati a queste emergenze socio-sanitarie con cui le odierne comunità si trovano a confrontarsi senza disporre di strutture, mezzi e personale adeguati.
Noi abbiamo altresì presenti le criticità evidenziate con particolare vigore da chi si oppone alla realizzazione dell’ospedale nel sito prescelto, che sono principalmente basati su perplessità riguardo ad aspetti idrogeologici e di viabilità. È altrettanto evidente però che un intervento del genere porterà alla risoluzione definitiva di tali criticità sul piano tecnico, per quanto concerne l’aspetto idrogeologico, e su quello della mobilità, del numero di posti auto disponibili e quindi del traffico nell’area. Tenendo presente anche un altro dato significativo: il numero dei futuri “accessi” quotidiani all’Ospedale sarà di sicuro di gran lunga inferiore rispetto a quello attuale del Distretto, cui l’utenza attualmente si rivolge per una molteplicità di servizi e di pratiche, con una media di circa mille accessi al giorno.
Il nuovo Ospedale, contrariamente a quanto alcuni pensano, avrà un impatto ridotto di “presenze umane e veicolari” sul territorio, considerando che la prossimità della linea ferroviaria della Circumvesuviana all’Ospedale e il potenziamento della stessa in corso di attuazione, soddisferanno nello stesso tempo le esigenze delle persone ricoverate, dei loro familiari, dei medici e di tutti gli operatori sanitari che vi lavoreranno. Quest’ultimo è un dato molto significativo e che va quindi tenuto in debita considerazione, in quanto uno dei motivi della carenza di personale negli attuali presidi è la riluttanza da parte dei potenziali candidati residenti in Comuni non peninsulari a trasferirsi a vivere nella nostra Penisola, a causa della ben nota crisi abitativa e del costo degli affitti: potrebbero raggiungere facilmente il posto di lavoro ogni mattina, senza bisogno di cambiare domicilio.
Con il nuovo Ospedale a Sant’Agnello nello spazio di alcuni anni si registrerebbe un’inversione di rotta anche sul piano di quella che viene definita “attrattività professionale” per i sanitari che oggi non sono motivati né incentivati a lavorare negli attuali nosocomi, a causa proprio dalle difficoltà logistiche.
E per quanto ci riguarda come giovani medici della Penisola vedremmo realizzato il legittimo sogno di poter ambire a svolgere il nostro lavoro sul nostro territorio, offrendo alla nostra comunità i frutti di studi e di impegno pluriennali che devono rappresentare una risorsa cui attingere piuttosto che una risorsa da “allontanare” dal territorio. Come si pensa di porre un freno alla migrazione professionale (non solo in campo sanitario) con conseguente depauperamento delle risorse umane che non vengono messe in condizione di poter prestare la propria opera là dove hanno radici e dove coltivano anche i propri rapporti con la comunità?
L’eventualità di dover cercare lavoro al di fuori di questa realtà peninsulare ci lascia sconfortati e sconcertati, sia in qualità di giovani professionisti sia in qualità di cittadini innamorati delle proprie origini e volenterosi di investire sul territorio in cui siamo nati e cresciuti.
Molti di noi quando hanno intrapreso gli studi universitari di Medicina e Chirurgia sono stati incoraggiati e ulteriormente motivati dalla prospettiva di poter un giorno lavorare nel nostro territorio in un Ospedale degno di questo nome e di cui andare orgogliosi, per esserne parte attiva e propulsiva.
Signori sindaci, insieme a tutte le altre voci e considerazioni, auspichiamo che terrete presente anche il nostro punto di vista, che umilmente, ma fermamente, abbiamo voluto rappresentarvi alla vigilia di decisioni tanto importanti per gli interessi generali delle nostre comunità. Grazie per quello che farete anche per noi.

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