Omicidio Amuro, la Procura chiede 20 anni per l’assassino

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PIANO DI SORRENTO. L’omicidio di Franco Amuro non fu premeditato dal fratello Salvatore che, nel dicembre del 2015, lo uccise a colpi di vanga per poi scioglierlo nell’acido. La Procura della Repubblica di Torre Annunziata, attraverso il pm Antonella Lauri, chiede, durante l’udienza di ieri mattina, per il 53enne reo confesso una pena di vent’anni di carcere.

Intanto il giudice Maria Concetta Criscuolo ha rigettato la richiesta di integrazioni probatorie avanzata dall’avvocato di Salvatore Amuro, Susanna Denaro. Il legale voleva che il 53enne venisse giudicato dopo una serie di ulteriori accertamenti, a cominciare da una perizia medica. Secondo la tesi della difesa, infatti, Amuro è affetto da diabete e, quindi, avrebbe potuto uccidere il fratello in un momento in cui la sua mente era offuscata da un calo glicemico. Il giudice, però, ha respinto l’istanza aprendo il rito abbreviato.

Così, durante la requisitoria, il pm ha invocato per Amuro la condanna a vent’anni di reclusione per omicidio volontario aggravato, occultamento e soppressione di cadavere. La stessa Procura, però, ha escluso che il delitto fosse premeditato, come dimostrato dal fatto che l’omicida acquistò l’acido solo dopo aver ucciso il fratello Franco.

Ora si attende l’arringa difensiva dell’avvocato Denaro che, il prossimo 6 marzo, evidenzierà come Salvatore Amuro non intendesse uccidere il consanguineo, ma solo dargli una lezione. Nella stessa udienza l’imputato, da più di un anno rinchiuso nel carcere di Poggioreale, renderà dichiarazioni davanti ai giudici. A quel punto si potrà arrivare alla sentenza.

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