Niente tavoli all’aperto, rabbia dei ristoratori chiusi in costiera sorrentina

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“L’anno scorso abbiamo registrato mancati incassi per un milione a fronte di 23mila euro di ristori ed ora che finalmente sembrava potessimo ricominciare a lavorare concedono la facoltà di aprire solo ai ristoranti che dispongono di tavoli all’aperto: è assurdo”. Traspare sconforto e disperazione dal tono delle dichiarazioni rilasciate ieri al Mattino da Mariano Russo (foto in alto), titolare del Zi’Ntonio, locale che sorge nel cuore del centro storico di Sorrento, a due passi da piazza Tasso.

Uno di quei pubblici esercizi dove fino a due anni fa si faceva la fila per entrare sperando di trovare un tavolo libero e che ora tiene quegli stessi tavoli in un lato della sala perché inutilizzabili. Ciò in quanto il Zi’Ntonio – da sempre amato dagli avventori stranieri e italiani oltre che per l’ottima cucina anche perché ospitato in uno dei palazzi simbolo della città – ha un limite: non dispone di uno spazio all’aria aperta.

Un ostacolo insormontabile alla luce delle disposizioni contenute nel decreto riaperture che consente da ieri ai ristoranti delle zone gialle come la Campania di riprendere a lavorare, ma solo facendo sedere i clienti nelle aree esterne. “Una autentica presa in giro per noi che già lo scorso anno ci siamo adeguati alle norme anti contagio – continua Mariano Russo -. Abbiamo ridotto i coperti da 250 a 100 garantendo il distanziamento ben oltre il metro previsto. Nonostante ciò adesso dicono che non possiamo riaprire. Spero solo che il governo ci ripensi e che già da metà maggio ci consentano di ripartire”. Una ripresa dell’attività che oltre a garantire incassi al titolare consentirebbe anche ai 24 dipendenti del ristorante di tornare al lavoro.

La costiera sorrentina è in ogni caso un territorio dove la maggior parte dei ristoranti dispone di spazi all’aperto e quasi tutti possono cominciare a riaccendere i fornelli. “Si tratta di un primo passo che consente a chi può sistemare tavoli all’esterno di avere un po’ di respiro dopo un anno di inattività – commenta Francesco Gargiulo presidente dell’Associazione Ristoratori Lubrensi -. Però c’è il problema di quanti non hanno questa fortuna. Noi applichiamo gli stessi protocolli degli alberghi ed allora ci chiediamo: perché ai loro clienti e consentito mangiare in sala e noi non possiamo ospitare i clienti all’interno?”.

Ma sono anche altre le incertezze. “Riteniamo – aggiunge Gargiulo – il coprifuoco alle 22 troppo stringente. In questa fase puntiamo ad anticipare la cena anche perché all’aperto fa ancora un po’ fresco, ma in seguito non si potrà chiedere ai clienti di sedere a tavola alle 19:30 per consentire loro di rispettare l’orario di rientro”.

Dubbi che affliggono tutti i titolari di aziende della ristorazione della penisola sorrentina, una terra conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze naturali e per l’offerta enogastronomica di qualità assoluta. Non a caso il territorio compreso tra Vico Equense e Massa Lubrense è la zona a più alta densità di stellati per km quadrato di tutta Europa con i suoi dieci locali insigniti dei riconoscimenti Michelin. Ed ora i gestori, da quelli delle piccole pizzerie fino ai nomi noti ai gourmet internazionali, hanno deciso di mettersi insieme per fare fronte comune contro la crisi.

Sono le 150 imprese che si sono riunite sotto la sigla dell’Associazione Ristoratori Penisola Sorrentina e hanno nominato presidente Francesco Schisano. Fanno gruppo soprattutto per chiedere alla Regione Campania e all’Asl Napoli 3 Sud la possibilità di vaccinare tutti i dipendenti collegati ai loro esercizi. Una scelta per accelerare i tempi di messa in sicurezza sia di chi lavora nel comparto sia dei turisti e degli avventori dei locali.

“Siamo certi – spiega il presidente Schisano – che Regione Campania e Asl competente daranno parere favorevole alla nostra istanza e siamo grati a Federalberghi di aver fatto da apripista per accelerare il piano vaccinale. Siamo comunque consapevoli che, come chiarito dal direttore dell’Asl Gennaro Sosto, i vaccini saranno forniti solo quando saranno in surplus rispetto a quanti dovranno essere vaccinati in base alla tabella prevista dal governo”. I ristoratori hanno anche predisposto un piano sul modello di quello degli albergatori che sarà sottoposto agli organi competenti già nelle prossime ore.

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