Napoli-Sorrento, viaggio odissea sia in auto che in treno

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Quattro ore da Napoli a Sorrento. Tre ore e 45 minuti per l’esattezza tra lo svincolo autostradale di via Marina e piazza Tasso. Poco più di 60 chilometri. Un’odissea. Un calvario che coinvolge ogni giorno migliaia di persone. E se tenti di liberarti dell’auto, di utilizzare i mezzi alternativi, la Circumvesuviana nello specifico, cadi dalla padella nella brace perché lì al disservizio si somma quel senso di profonda vergogna per quello che mostriamo ai turisti. Napoli-Sorrento in auto lunedì pomeriggio; Sorrento-Napoli in treno ieri, martedì mattina. Ecco il diario di un viaggio che la dice lunga su come è ridotto il sistema della mobilità nella nostra regione.

Partiamo da Napoli in direzione di Sorrento alle 17:45. Soliti incolonnamenti allo svincolo dell’A1 con l’A3; piove a dirotto ma il traffico scorre senza eccessivi problemi. Le dolenti note dopo lo svincolo di Torre Annunziata Sud. Due corsie paralizzate. Sulla terza, quella veloce, si va ad andamento lentissimo. Ci mettiamo in coda nella corsia di destra. Vorremmo uscire a Pompei nella speranza di evitare lo svincolo di Castellammare che da più giorni è nell’occhio del ciclone per la paralisi provocata dai lavori sul ponte del fiume Sarno che si sono sommati a quelli in corso di notte sul viadotto San Marco. Insomma il bypass del centro di Castellammare per chi va in Costiera è offlimits. Fermi. Non si passa, sono le 18:50 e siamo ancora qui ad imprecare contro chi ha deciso che i lavori andavano fatti a maggio sull’unica strada che porta verso la più grande azienda turistica del Sud, la Costiera Sorrentina e Amalfitana.

Guadagniamo la terza corsia. Vuoi vedere che tutti tentano di andare verso Pompei e che, invece, verso Castellammare si va meglio? Un’illusione. Cento metri e siamo di nuovo fermi. Questa volta la paralisi è totale. Accanto a noi un’auto con targa italiana ma con turisti inglesi. Dal finestrino ci spiegano che devono arrivare a Positano, che hanno noleggiato l’auto a Capodichino. Non sappiamo se poco prima ci hanno visto sbattere i pugni sul volante. Nell’incertezza, comunque, tentiamo una risposta rassicurante ma poco credibile. “Lavori improvvisi e urgenti”, non riusciamo ad articolare altro. È il nostro amor proprio che si erge a difesa di decisioni scellerate che nulla hanno a che fare con il buon senso. Intanto l’orologio segna 19:30. Siamo sempre qui. Qualcosa si muove solo sulla terza corsia. E allora pur di ripartire proviamo ad andare.

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Ecco l’uscita di Scafati. Qui la coda c’è ma è meno lunga. Non conosciamo bene il percorso, l’unica certezza è che dobbiamo raggiungere Santa Maria la Carità. E poi dirigerci verso il rione San Marco di Castellammare in modo da evitare completamente la variante alla statale 145. Andiamo in direzione della Cartiera e poi a una rotonda, senza alcuna segnalazione, decidiamo di seguire un bus turistico con targa tedesca. Alla rotatoria abbiamo notato che l’autista ha un grande display. Vuoi vedere che i tedeschi ne sanno più di noi? Non è così, purtroppo. Sul navigatore del bus non è stata inserita, evidentemente, l’opzione strade per mezzi pesanti. Dopo meno di un chilometro siano fermi a una nuova rotonda il bus proprio non riesce a passare. Manovre, contromanovre, infine è un turista che scende dal bus, blocca le auto che si immettono sulla rotatoria in senso inverso e permette all’autista di imboccare la corsia contromano. Ripartiamo. Andamento lento, naturalmente, e nessuna possibilità di salutare i nostri amici tedeschi. Li lasciamo allo svincolo di Gragnano, alle 20:35.

E ora l’ultimo tratto della Sorrentina. In piazza Tasso guardiamo la torre dell’orologio, sono le 21:30. La stanchezza è tanta ma ora dobbiamo organizzare la trasferta di domani (ieri ndr) per evitare un’altra odissea del genere. C’è vento, meglio stare lontani dalle vie del mare. E allora non resta che la Circumvesuviana. L’idea sembra quella giusta, dopo un’occhiata alle pagine web optiamo per il Campania Express delle 10:25. Poche fermate e siamo a Napoli. Arriviamo alla stazione di Sorrento alle 9:55. Tantissimi stranieri in fila, valigie trascinate nelle scale, un unico vocio: delete, delete. Che succede? La corsa del Campania Express è stata cancellata. I turisti si ammassano nell’unico treno fermo sui binari. Il treno è pienissimo, ci sono posti solo in piedi. Riusciamo ad entrare spinti contro una porta. Alle 10:05 il treno si muove. Un miracolo? No: ci spiegano che siamo sul treno che doveva partire alle 9:37. Ma cosa succede? La spiegazione nella stazione di Napoli, “è caduta la linea aerea, qui la manutenzione è un miraggio”. I turisti passano. Per fortuna non capiscono quello che dice un addetto alla stazione di Piazza Garibaldi. Dall’A3, invece, è l’amministratore Giulio Barrel a ribadire che i lavori al ponte sono improcrastinabili, che si sta lavorando di giorno e di notte, che l’intervento è stato annunciato a marzo, che si sta cercando in tutti i modi di accelerare, grazie anche alla disponibilità dell’impresa, per riaprire lo svincolo prima del 13 maggio data in cui dovrebbero finire i lavori.

Il ponte, il viadotto, la Circumvesuviana. La fragilità della costiera, che per quanto riguarda i collegamenti è più isola che penisola, in questi frangenti emerge in tutta la drammaticità. E ne fanno le spese soprattutto i turisti. Li guardiamo trascinare le valigie, corrono. Cercano di arrivare ai voli in partenza. Vorremmo rincorrerli per spiegare come funziona il sistema Italia. O solo per scusarci con ognuno di loro.

di Antonino Pane da Il Mattino

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