Inchiesta sui diritti d’autore, denunciati 46 albergatori

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I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli, al termine di una complessa attività di polizia giudiziaria, hanno notificato, su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, 46 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti titolari di prestigiose strutture ricettive ed alberghiere della penisola sorrentina e della zona di Castellammare di Stabia, indagati a piede libero per aver violato la legge sui diritti d’autore, che prevede una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da 2mila e 500 a 15mila euro.

In particolare, le indagini condotte dalla tenenza di Massa Lubrense hanno consentito di scoprire che, in numerosissimi complessi alberghieri di Castellammare di Stabia, Gragnano, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola, Lettere, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Massa Lubrense, sono state festeggiate centinaia di cerimonie (battesimi, prime comunioni e matrimoni) oppure organizzati eventi musicali (concerti, serate danzanti) senza che i titolari delle strutture controllassero che fosse stato richiesto e rilasciato il “permessino Siae” e quindi assolto il diritto d’autore, così come prevede la relativa normativa. Al fine di acquisire prove certe dei reati, in alcuni casi i finanzieri si sono infiltrati negli eventi confondendosi tra gli invitati, oppure fingendo di organizzare una cerimonia.

L’attività odierna conclude l’operazione denominata “Regno Pulito”, che aveva già portato all’esecuzione, nell’agosto del 2012, di oltre 70 perquisizioni nei confronti degli uffici della circoscrizione mandataria della Siae di Castellammare di Stabia e Sorrento, nonché di note discoteche, prestigiosi alberghi e ristoranti ed aveva consentito, nel maggio del 2013, di eseguire 4 misure cautelari nei confronti di alcuni accertatori appartenenti alla Siae per corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica e rivelazione del segreto d’ufficio perché non versavano nelle casse dell’ente le tariffe pagate per il rilascio dell’autorizzazione.

Lo scorso aprile, sempre i militari della Tenenza di Massa Lubrense hanno eseguito un decreto di sequestro “per sproporzione” aggredendo patrimoni illecitamente accumulati da due accertatori della Siae per un valore complessivo di circa 2milioni di euro e notificato i primi 9 avvisi di conclusione per i 4 accertatori e per altri 5 soggetti coinvolti nella vicenda penale, tutti indagati per corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e rivelazione del segreto d’ufficio.

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