VICO EQUENSE. Sarà Serge Haroche, premio Nobel per la Fisica nel 2012, l’ospite d’onore della diciannovesima edizione del premio scientifico internazionale “Capo d’Orlando” organizzato dal Museo Mineralogico Campano – Fondazione Discepolo. Il riconoscimento, che si avvale del patrocinio del Comune di Vico Equense, dell’Azienda Cura, Soggiorno e Turismo, dell’università Federico II, della Regione Campania con il contributo dell’Istituto Banco di Napoli fondazione, sarà attribuito nello storico Castello Giusso venerdì 5 maggio, alle ore 18.
Nel corso della manifestazione, si alterneranno conferenze e interventi dei premiati delle varie sezioni, a partire proprio da “Fisica quantistica: curiosità e potenzialità”, di cui parlerà per l’appunto lo scienziato francese Serge Haroche che insieme a David Windeland ha ricevuto l’ambita onorificenza per le loro ricerche sulle interazioni tra luce e materia, aprendo le porte a una nuova era di sperimentazione. Grazie ai loro studi e alle loro tecniche in futuro si potrebbero costruire i computer quantistici. In particolare il Nobel a Haroche è stato assegnato per “aver dimostrato l’osservazione diretta di particolari particelle quantistiche senza distruggerle”.
A ritirare le targhe d’argento raffiguranti un pesce fossile del cretaceo rinvenuto circa duecento anni fa a Capo d’Orlando, interverranno anche altre personalità. Per la sezione dedicata alla “Divulgazione” sarà premiato Bruno Arpaia, scrittore e giornalista. Il riconoscimento per la sezione “Management culturale” andrà invece a Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta. Per la “Comunicazione Multimediale” il premio sarà consegnato a Luca Paolazzi del centro studi di Confindustria. Il riconoscimento per “Scienza e Industria” sarà ritirato da Luigi Lazzareschi, amministratore delegato Sofidel SpA.
La manifestazione sarà coordinata da Manuela Arata, ideatrice del “Festival della Scienza” di Genova e presieduta da Gaetano Manfredi,rettore dell’università Federico II di Napoli. Il Premio “Capo d’Orlando” è intitolato alla località di Vico Equense dove nel XIX secolo furono rinvenuti pesci fossili del cretaceo ora esposti in vari musei europei.