SORRENTO. La proprietaria dell’hotel Villa Igea chiede un’autorizzazione paesaggistica successivamente rilasciata dal Comune necessaria per aprire un varco d’accesso nella struttura di via Capo. Ma il provvedimento, stando a quanto ipotizzato dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, sarebbe stato firmato senza tener conto dei (presunti) abusi edilizi realizzati all’interno dell’albergo.
In base a questa ricostruzione all’imprenditrice Carmela Giglio, al geometra Giuseppe Pane ed al funzionario del Comune di Sorrento, Daniele De Stefano sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini. Falso ideologico per i primi due, falso in atto pubblico per il terzo sono le ipotesi di reato formulate dai pm.
La vicenda risale a qualche anno fa, quando Carmela Giglio, 78enne proprietaria dell’hotel Villa Igea, chiede l’autorizzazione per l’apertura di un accesso tra la hall e la scala laterale scoperta della struttura. Lavori per i quali la legge impone il preventivo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica da parte del Comune, come per tutti gli interventi edilizi destinati a modificare l’aspetto esteriore dei luoghi.
Per il rilascio del provvedimento è necessario, però, che all’interno della struttura interessata non siano stati commessi abusi edilizi. D’intesa col suo tecnico di fiducia Giuseppe Pane, Carmela Giglio presenta l’istanza di autorizzazione paesaggistica all’ufficio Paesaggio del Comune. E in questo modo, secondo gli inquirenti, afferma la legittimità urbanistica di Villa Igea e delle aree di pertinenza. Peccato che, complice la denuncia presentata da un vicino, l’immobile finisca ben presto sotto la lente d’ingrandimento per alcune presunte irregolarità.
Tra queste l’insegna con lettere metalliche retro-illuminate che, stando a quanto ricostruito dai pm di Torre Annunziata, sarebbe stata montata sulla facciata dell’edificio senza il preventivo parere ambientale. Poi c’è la zona corrispondente allo sbocco del tunnel che congiunge la hall all’ascensore e alle scale per i piani superiori: qui, tra il 2004 e il 2005, sarebbero state realizzate opere diverse dai locali tecnici per i quali il Comune aveva precedentemente rilasciato il permesso di costruire.
In sostanza una serie di ipotetiche irregolarità che avrebbero dovuto impedire il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica. A questo punto entra in gioco Daniele De Stefano, attualmente funzionario dell’ufficio Antiabusivismo del Comune. Secondo la Procura il 51enne architetto avrebbe attestato falsamente la piena legittimità urbanistica di Villa Igea. Nella relazione istruttoria che ha sottoscritto, infatti, non ci sarebbe alcun riferimento ad abusi edilizi o alle istanze di condono presentate in precedenza dai vertici dell’albergo e in quel momento non ancora definite.
Tenendo conto di tale relazione il 30 dicembre 2014 l’ufficio Paesaggio del Comune rilascia l’autorizzazione paesaggistica senza che ne ricorrano i presupposti. L’ultima parola sulla vicenda spetta, comunque, ai magistrati. Nelle prossime ore gli indagati potranno chiedere di produrre documenti o di essere ascoltati dagli inquirenti per chiarire le rispettive posizioni.
Intanto il coinvolgimento del funzionario Daniele De Stefano nella vicenda giudiziaria agita ulteriormente il Comune, già travolto nell’ultimo anno a mezzo, da una raffica di inchieste giudiziarie.