I parenti dei pazienti di villa Simpliciano: la struttura sanitaria offre tutti i comfort

NAS

META. I familiari dei 37 pazienti della clinica di via Cristoforo Colombo, sequestrata il 13 luglio scorso per presunte carenze igienico-strutturali si oppongono alla chiusura.

 

Un secco e deciso “no” allo stop all’attività, ribadito ieri mattina nel corso di un’assemblea pubblica cui hanno preso parte anche i dipendenti ed il direttore sanitario, Giuseppe Califano. Al termine, i familiari dei degenti hanno sottoscritto un documento in cui dichiarano, ciascuno sotto la propria responsabilità, che “i pazienti ricoverati nella struttura godono di tutti i comfort: reparti sempre puliti, cucina con vitto buono ed abbondante, operatori e medici altamente professionali, nessuna porta o portone chiuso a chiave ed orari di visita molto elastici”.

Una presa di posizione netta nei confronti delle accuse mosse dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata, che da due settimane indaga sulle (presunte) condizioni di degrado, riscontrate dai carabinieri del Nas durante il controllo del 13 luglio scorso.

Pochi giorni fa, con un’ordinanza, il pm Rosa Annunziata ha disposto lo sgombero di villa Simpliciano. Allo stesso tempo, però, il magistrato ha assegnato ai vertici della residenza sanitaria un termine di 90 giorni per l’esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria: un intervento in programma già da tempo, poi sospeso all’indomani del blitz dei Nas e del successivo sequestro preventivo disposto dalla procura.

“Chiederemo la sospensione dell’ordinanza emanata dal pm e, appena possibile, ci confronteremo col procuratore-capo Alessandro Pennasilico”, fanno sapere Vincenzo Maiello e Vincenzo Cannavacciuolo, legali di Antonio Giaccoli, titolare della società che gestisce villa Simpliciano. Nel caso in cui i magistrati dovessero bocciare l’istanza di sospensione dello sgombero, gli avvocati valuteranno l’opportunità di promuovere un incidente di esecuzione, prima di rivolgersi al Riesame con l’obiettivo di ottenere il dissequestro della clinica.

Lo sgombero di villa Simpliciano rischia di provocare conseguenze drammatiche per i malati e per le loro famiglie. Per i 37 pazienti psichiatrici ospitati nella clinica, alcuni dei quali affetti da gravissime turbe comportamentali, ci sono due possibilità: l’affidamento alle rispettive famiglie o ad altre residenze sanitarie assistite.

“In entrambi i casi, la decisione ci penalizzerebbe – sottolineano i parenti di un ospite di villa Simpliciano -. A casa, i malati non potrebbero beneficiare dell’assistenza di cui necessitano. E non desideriamo nemmeno il trasferimento presso altre residenze sanitarie perché nessuna struttura è efficiente e confortevole come quella di Meta”.

Un giudizio ribadito nel primo pomeriggio di ieri a Luigi Esposito, direttore del Distretto sanitario della penisola sorrentina, che ha voluto incontrare personalmente i familiari degli ospiti di villa Simpliciano.

La chiusura della residenza sanitaria di Meta potrebbe avere ricadute pesanti anche a livello occupazionale. Sul personale della clinica, infatti, aleggia lo spettro del licenziamento. In caso di definitiva chiusura, infatti, quasi quaranta persone tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari ed impiegati, potrebbero ritrovarsi senza lavoro. Ecco perché all’assemblea di ieri mattina ha preso parte il sindacalista Franco Reale, in rappresentanza della Cisl, accompagnato dal delegato aziendale Antonio Buonfiglio, il quale ha sottolineato che “non ha senso penalizzare i dipendenti di una struttura che, come garantiscono persino i familiari dei pazienti, è un’autentica clinica-modello”.

Nel frattempo continuano le indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata. L’intento del pm Rosa Annunziata è quello di ricostruire le procedure autorizzative e di controllo relative all’attività della clinica, che è stata sequestrata per presunte carenze igienico-strutturali. Oltre al verbale ed ai filmati realizzati dai Nas, e che sono attualmente al vaglio dei magistrati, ci sono anche le autorizzazioni rilasciate dall’Asl e dal Comune di Meta e quelle per il ricovero di ciascun paziente.

Sotto la lente d’ingrandimento dei pm sono finiti pure la pianta organica, i titoli dei vari dipendenti e la documentazione relativa all’impiantistica ed alla sicurezza. È la strada seguita dalla procura per chiarire cosa abbia provocato il degrado riscontrato dai Nas in una clinica che, a detta di molti, rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello della sanità locale.

I legali dei vertici di villa Simpliciano, intanto, hanno trasmesso ai magistrati la documentazione relativa ai pazienti più gravi con l’obiettivo di dimostrare come alcuni ospiti siano oggettivamente difficili da gestire. Ad assistere Antonio Giaccoli, legale rappresentante della società che gestisce villa Simpliciano, sono i penalisti Vincenzo Maiello e Vincenzo Cannavacciuolo; a difendere Giuseppe Califano, direttore sanitario della clinica di Meta, sono invece gli avvocati Salvatore e Giuseppe Vitiello.

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