Anche il Consiglio di Stato boccia il progetto degli alloggi da realizzarsi al posto dell’ex cantiere Apreamare. L’idea era di trasformare una parte del popoloso rione di Santa Lucia di Sorrento, sostituendo uno degli insediamenti industriali dismessi con un edificio residenziale di pregio, circa 200 box auto, locali commerciali e perfino quattro super attici con piscina, tra sostenibilità ambientale, edilizia sociale e libero mercato.
Un progetto, insomma, non molto diverso da quello dell’housing sociale di Sant’Agnello con il complesso edilizio sequestrato pochi giorni prima che gli assegnatari entrassero negli alloggi. Ed a Sorrento si rischiava di fare la stessa fine. Era già stata stilata una graduatoria per l’assegnazione delle case con oltre 300 domande presentate, per i 19 appartamenti di edilizia sociale, 37 in vendita e con una percentuale di alloggi destinata anche alle forze dell’ordine. Ma in questo caso i lavori non sono mai partiti.
Secondo il Consiglio di Stato il progetto non è realizzabile neanche a Sorrento. In particolare i giudici hanno focalizzato l’attenzione sull’altezza degli immobili: cinque piani fuori terra, tre sotterranei per oltre 20 metri dal suolo. E questo ha spinto verso la bocciatura del ricorso presentato dalle società Aldebaran srl ed FG Buildings srl. Controparti erano i signori Apreda, residenti in zona, che hanno chiesto il rigetto del ricorso promosso contro il Comune di Sorrento, che aveva già deciso di negare i permessi a costruire.
Il progetto presentato dalla società A.M. Marine (l’ex Apreamare, entrambe in liquidazione) prevedeva di abbattere i fabbricati esistenti e, come rilevano i giudici nella sentenza, “ricostruire non solo un volume diverso ma anche di diversa sagoma e altezza rispetto al capannone industriale dismesso”. Opere da realizzare in zona D del Puc di Sorrento che prevede solo “insediamenti produttivi artigianali” nonché in zona territoriale 4 del Put che comprende “aree agricole ed insediamenti di interesse ambientale”. Il Consiglio di Stato ha solo infine rimandato alla Consulta per quanto riguarda la legittimità costituzionale del Piano casa cui il progetto fa riferimento.