Arriva la Guida Ristoranti d’Italia 2023 di Gambero Rosso. Sono quasi 2.500 i locali recensiti, tutti valutati con un punteggio che va dalla forchetta in su, senza segnalazioni prive di voto, grazie a un fine setacciamento che regione per regione ha selezionato i meritevoli di una critica completa, classici intramontabili e lodevolmente sempre uguali a se stessi inclusi, ma con quasi 300 novità (una per ogni otto indirizzi presenti).
Tra i 44 Tre Forchette, tre nuovi ingressi (lo stile e la signorilità dell’Antica Osteria da Cera a Campagna Lupia e il fine dining sartoriale di Casa Perbellini a Verona più la giovane stella delle Eolie, Martina Caruso del Signum di Salina), un neo premiato umbro nelle 34 migliori trattorie e uno toscano tra i big della cucina etnica (rispettivamente, Stella a Perugia e Moi Omakase a Prato). Un piccolo sorpasso inoltre del Lazio sulla Lombardia, che conta 22 nomi nel Gotha delle diverse categorie rispetto alle 21 padane.
Doppietta d’eccezione per il Miglior servizio di quest’anno, con un pari merito per Villa Crespi (Orta San Giulio) e Don Alfonso 1890 (Massa Lubrense), paradisi terrestri per chiunque abbia la fortuna di regalarvisi un momento speciale. Forse unico, attualmente: l’emorragia di personale qualificato è infatti l’ennesimo micidiale contraccolpo con cui fare i conti. Ma per qualcuno è stata ed è un’occasione per mettere in discussione il passato e focalizzarsi su formazione e su una più intelligente e “umana” gestione dello staff e dei ritmi di lavoro.
Tra i ristoranti della penisola sorrentina conquistano le Tre Forchette il Don Alfonso 1890 ed il Quattro Passi, entrambi di Massa Lubrense, insieme alla Torre del Saracino di Vico Equense. I Tre Gamberi vanno a Lo Stuzzichino di Massa Lubrense.
“Sono veramente orgoglioso di questo risultato che è il frutto di un lavoro attento e tenace dei ristoratori di Massa Lubrense – il commento del sindaco Lorenzo Balducelli -. Un plauso ai premiati per il loro impegno e la loro professionalità che riescono a portare sempre più in alto il nome di Massa Lubrense”.