Domani il Tar decide su Marina Lobra, anche il Wwf in campo

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MASSA LUBRENSE. Domani, 24 maggio il Tar Campania si dovrà esprimere sulla legittimità del progetto di trasformazione dell’area portuale di Marina della Lobra a Massa Lubrense. In merito il Wwf ha trasmesso una nota nella quale annuncia la propria costituzione in giudizio contro il progetto.

Di seguito il testo integrale del comunicato dell’associazione ambientalista della costiera sorrentina:

“Il Wwf ha seguito dal suo nascere la complessa vicenda del porto di Marina Lobra, convinto che il progetto, spacciato come “riqualificazione” di uno storico borgo, di fatto, concorrerà alla cementificazione e allo stravolgimento di un angolo di paesaggio e delle sue peculiarità storiche e ambientali.

“Si parla di ristrutturazione dell’area portuale – dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno – ma concretamente il progetto prevede una colata di calcestruzzo che non risparmierà le spiagge superstiti e un limoneto di 3mila metri quadrati per realizzare l’ennesimo mega parcheggio interrato, il tutto in un’area posta all’interno del Parco Marino di Punta Campanella e in un Sito di Interesse Comunitario sottoposto a numerosi vincoli”.

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Già nel gennaio 2013 il Wwf Penisola Sorrentina, assieme ad Italia Nostra ed al Comitato Civico in difesa di Marina Lobra, presentò un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica. Successivamente seguì un’interrogazione parlamentare a firma del Movimento Cinque Stelle. Infine il Consiglio di Stato, respingendo le richieste del Comune ed accogliendo le istanze dell’Autorità di Bacino del Sarno, che aveva inizialmente espresso parere non favorevole al progetto ritenuto non compatibile dal punto di vista idrogeologico, in un’area definita a rischio dal Piano di Stralcio della medesima Autorità, nella sentenza del 5 marzo 2014 sancì, senza se e senza ma, che il porto di Marina della Lobra, così come progettato, non si poteva fare.

Il comune sosteneva che il parere negativo inviato via fax dall’Autorità competente non valesse, ma la sentenza del Consiglio di Stato chiarì come il Comune di Massa Lubrense giammai poteva ignorare il parere ostativo dell’Autorità di Bacino, unico organismo preposto a giudicare la sussistenza dei requisiti di compatibilità idrogeologica.

Purtuttavia con l’ultima determinazione n.50/2014 del 31/07/2014 a firma degli architetti Michele Maresca e Luigi Mollo (Responsabile del Procedimento e Responsabile del Servizio), si è proceduto all’approvazione di un “progetto stralcio” presentato dalla società Marinalobra Srl. e, con parere stavolta favorevole dell’Autorità di Bacino della Campania limitatamente alle opere ricadenti “nell’area portuale di cui al Primo Stralcio”, ad emettere un nuovo provvedimento conclusivo della Conferenza dei Servizi.

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Il 3 dicembre 2015 il Wwf, assieme al Comitato Civico in difesa di Marina Lobra, ha presentato un ulteriore esposto alla Procura della Repubblica, sottolineando come il progetto stralcio approvato dal Comune risultasse del tutto privo di Valutazione di Impatto Ambientale, di Valutazione di Incidenza, oltre che di Autorizzazione Paesaggistico-Ambientale.

Contro tale determinazione sono ben 6 i soggetti che sono ricorsi al Tribunale Amministrativo Campano per far valere le proprie ragioni. A questi si è aggiunto in adiuvandum il Wwf Italia rappresentato dall’avvocato Maurizio Balletta.

“Il progetto di ristrutturazione dell’area portuale di Marina della Lobra, a Massa Lubrense, fortemente voluto dall’ex sindaco Leone Gargiulo – aggiunge Claudio d’Esposito – rappresenta un pessimo esempio di amministrazione della cosa pubblica. Tale progetto, catalogato quale Intervento di Interesse Pubblico ex art. 37bis L. 109/1994 trova proprio nel “pubblico” i suoi oppositori. Infatti oltre ad enti sovraordinati quali Regione Campania e Soprintendenza, anche gli stessi cittadini rappresentati dalla Pro Loco, dal Comitato Civico in Difesa della Marina Lobra e dal Wwf ritengono il progetto proposto incompatibile con le necessità di tutela e di sviluppo e con i vincoli posti sull’area.

Il ricorso al Tar si è reso necessario onde impedire un aggiramento delle norme, con l’ultima modificazione del progetto a stralcio, e impugnare la determina n.50 e gli atti conseguenti affinchè tutti gli enti preposti possano pronunciarsi nella sede naturale (Conferenza dei Servizi) ove si autorizzano opere pubbliche di tale incidenza ambientale, giacchè essendo un progetto a stralcio trattasi di un’opera modificata e dunque sostanzialmente diversa, ma non meno invasiva e deleteria, rispetto al progetto originario”.

La sentenza del Tar Campania è fortemente attesa, soprattutto dopo le recenti vicende legate alle concessioni, alle richieste di sgombero e alla situazione di conflitto tra gli storici concessionari del borgo marinaro e il nuovo promotore dell’opera portuale che, all’approssimarsi della stagione estiva, nel tentativo di accelerare l’inizio dei lavori di trasformazione dello storico borgo, senza attendere la sentenza dei ricorsi pendenti, ha messo in atto tutta una serie di azioni che, complici anche gli agenti della security ingaggiati per l’occasione, hanno scaldato gli animi di cittadini ed imprenditori locali”.

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