In Europa è caccia aperta ai beni degli oligarchi russi. Dopo che Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, i governi del Vecchio Continente hanno imposto pesanti sanzioni economiche nei confronti dei ricchi uomini d’affari considerati più vicini al Cremlino. Un elenco che comprende, al momento, 23 persone fisiche, tra le quali diversi ministri, finanzieri, imprenditori ed anche vertici militari, oltre a 4 istituzioni. Soggetti ai quali si sta procedendo al congelamento dei patrimoni.
In particolare, insieme ai conti correnti attivi nelle principali banche europee, vengono confiscati maxi yacht e ville extra lusso del valore di molti milioni di euro. Per evitare che qualcuno riesca ad aggirare i controlli patrimoniali, magari servendosi di prestanomi, le autorità dei diversi Paesi hanno attivato verifiche stringenti. In Italia, la Guardia di Finanza sta passando al setaccio le proprietà che potrebbero essere riconducibili ai magnati della cerchia di Putin.
Accertamenti che stanno interessando anche le località della Campania più amate dai ricchi russi: Capri, Ischia e le due costiere. È proprio tra le isole ed i due golfi che nei mesi estivi si avvistano i mega panfili degli oligarchi: il Solaris di Abramovich è un habitué. Per questo le Fiamme Gialle si muovono tra i porti turistici, come il Marina di Stabia di Castellammare ed il Molo Luise di Napoli, spulciando i registri navali per risalire ai proprietari delle unità ormeggiate.
Allo stesso tempo si punta ad individuare i titolari dei beni di maggior prestigio lungo la costa e sulle isole del golfo. E se a Capri, Ischia ed in Costiera Amalfitana non ci sono proprietà sulle quali sventola la bandiera della Russia, lo stesso discorso non vale per la penisola sorrentina. È qui che milionari russi hanno messo le mani su due delle residenze più prestigiose del territorio: Villa Tritone a Sorrento e Villa Nicolini a Sant’Agnello. Splendide dimore che dominano il golfo di Napoli.
Ad acquistarle due personaggi che, comunque, non risulta facciano parte della nomenclatura vicina a Putin. Villa Tritone, anche conosciuta come Villa Astor, è stata acquistata nel 2012 da una ragazza che all’epoca aveva appena 22 anni, Kamilla Dzhanashiya. Per completare l’operazione versò all’armatore Mariano Pane (deceduto nel 2019) la considerevole somma di 35 milioni di euro. Il prestigioso immobile che sovrasta Marina Grande, si sviluppa su due piani seminterrati ed altri due verso l’alto, con terrazzo di copertura dal quale si gode un panorama mozzafiato.
Della proprietà di circa 12mila metri quadrati fanno parte anche un villino dependance, un locale deposito, il giardino con piante rare provenienti da tutto il mondo e vasche ornamentali, due discese private a mare e diverse grotte nelle rocce di tufo. Ci sono anche i resti di una villa romana ed una collezione di reperti archeologici con 145 pezzi censiti dal ministero per i Beni e le attività culturali, che li ha dichiarati di “eccezionale interesse storico e archeologico”.
Negli anni ’70 Villa Tritone venne acquistata da Mariano Pane che, insieme alla moglie Rita, la restituì agli antichi splendori. Poi 10 anni fa la vendita alla giovane moscovita proprietaria anche di altre dimore di prestigio in Italia, come Villa Balbiano sul lago di Como. Residenze che vengono perlopiù utilizzate per eventi di rilevanza internazionale (come avvenuto nel 2014 per la presentazione di un profumo di Roberto Cavalli) o per vacanze a 5 stelle (come quella del miliardario canadese Lawrence Stroll due anni fa).
Villa Nicolini è costata decisamente meno di Villa Tritone. Jorgy Berjanov, ex magnate dell’acciaio, la comprò all’asta per 5 milioni e 400mila euro, salvo poi investire ingenti risorse per metterla a nuovo, arredandola con sfarzo e dotandola di tutti i comfort. “L’industriale era uno degli amici più stretti di Putin – rivela il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani – come testimoniano le tante immagini presenti nella villa che li ritraggono insieme. Poi, nel 2016, cadde in disgrazia dopo che la sorella, alla guida di una delle maggiori banche russe, venne arrestata per bancarotta, mentre lui fu messo al bando. Per questo non credo che possa considerarsi tra gli oligarchi vicini al presidente russo”. Già prima che Berjanov cadesse in disgrazia la villa era stata affidata ad una società inglese che la gestiva organizzando eventi e affittandola a cifre da capogiro a star e uomini d’affari di tutto il mondo.
Articolo del nostro direttore pubblicato da Il Mattino.