Attività extralberghiere, Sorrento si prepara a mettere un freno

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L’amministrazione comunale di Sorrento intenzionata a mettere ordine nella giungla della ricettività extralberghiera. Un comparto al momento disciplinato da un regolamento vecchio di 10 anni “inadeguato rispetto alla situazione attuale”, secondo il sindaco Massimo Coppola. Il post pandemia ha portato un boom senza precedenti per il comparto dell’ospitalità in Costiera, settore che si avvia quest’anno a sfondare il muro di tre milioni di presenze turistiche.

Numeri record che è possibile raggiungere proprio grazie alla nascita di centinaia di esercizi (b&b, case vacanza, affittacamere, locazioni brevi, ecc.) che oramai sono arrivati a garantire il doppio dei posti letto degli hotel presenti sul territorio (quasi 20mila i primi contro i 10.500 dei secondi).

Solo a Sorrento sono circa un migliaio le attività extralberghiere attive e così in città (ma anche nelle zone periferiche) è diventato pressoché impossibile trovare una casa da prendere in locazione. Il risultato è una drastica diminuzione dei residenti passati dai 16.724 del 2014 ai 15.407 del 1° gennaio di quest’anno. “Si rende necessario riequilibrare le dinamiche sociali – puntualizza il sindaco Coppola – ma senza demonizzare un settore che ha favorito la destagionalizzazione”.

Bisogna trovare il giusto equilibrio, insomma. E l’amministrazione ha già un piano: imporre rigidi vincoli per l’apertura di nuove attività, garantendo al tempo stesso la tutela dei diritti acquisiti. “Introdurremo norme per limitare gli esercizi nei condomini – spiega il primo cittadino di Sorrento – e criteri più rigidi in materia di barriere architettoniche, non solo per l’accesso alla struttura, ma anche per la fruizione dei servizi offerti agli ospiti”. Gli uffici sono già al lavoro sulla bozza del nuovo regolamento che si conta di approvare il mese prossimo.

Nel frattempo, come abbiamo riportato ieri, la Regione è intervenuta per contrastare le forme irregolari di ospitalità e arginare il fenomeno dell’abusivismo. E lo ha fatto introducendo l’obbligo del codice identificativo delle strutture ricettive (Cusr) anche per le attività di locazione breve, finora escluse da quasi tutti gli adempimenti (per chi volesse approfondire rimandiamo all’articolo che si apre cliccando qui).

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