Appello del Wwf contro i botti, la risposta in penisola sorrentina

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Come ogni anno il Wwf Terre del Tirreno lancia un accorato appello per evitare l’uso dei fuochi pirotecnici, per privilegiare la sicurezza e dare un chiaro segnale di attenzione verso la Natura e per il difficile periodo legato alla situazione di guerra e di emergenza economica che stiamo attraversando.

Eppure sebbene siano conosciuti i rischi e danni ambientali causati dai fuochi pirotecnici e il forte disturbo agli animali, è probabile che, fra pochi giorni, si ripeterà l’utilizzo di botti e fuochi di Capodanno, a cui seguiranno le consuete notizie di cronaca di incidenti e lesioni alle persone più o meno gravi.

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Il Wwf invita pertanto tutti i sindaci a vietare l’uso di quei botti e fuochi pirotecnici che per dimensioni, entità del rumore e gittata rappresentano un grave rischio e disturbo non solo per l’uomo ma anche per gli animali domestici e selvatici, tra cui i tanti uccelli svernanti nell’Area marina protetta di Punta Campanella e all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari.

La legge 447/95 riserva ai Comuni la verifica del rispetto della normativa per la tutela dall’inquinamento acustico. A questa si aggiungono le norme (L. 394/91) all’interno dei parchi che impongono il divieto di disturbo della fauna selvatica, dove vivono numerose specie protette che sono estremamente sensibili al disturbo acustico, tra queste il raro gabbiano corso, oltre a rapaci notturni, volpi e pipistrelli.

Ogni anno sono sempre di più le città d’Italia che cercano di contrastare i botti di capodanno con apposite ordinanze che vietano “l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici in tutte le vie, piazze o aree pubbliche dove transitano o siano presenti delle persone in considerazione degli oggettivi pericoli per le persone, dei rumori molesti causa di disagio e oggetto di lamentele da parte di molti cittadini e del fatto che botti, petardi e fuochi sono causa di stress, morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli”.

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“Verrà un giorno in cui non ci sarà più bisogno di lanciare appelli – dichiara Claudio d’Esposito del Wwf Terre del Tirreno – per chiedere di non sparare i botti di fine d’anno. E mentre da noi “si spara” per divertimento altrove, in territori senza pace, ben altri tipi di mortai e granate esplodono ogni giorno, seminando devastazione e morte senza fine: solo questo dovrebbe indurci a riflettere. Sappiamo che l’abitudine a sparare i botti è dura a morire, ma siamo fiduciosi che se saremo in grado di invertire la rotta le cose cambieranno in meglio.

L’ordinanza anti-botti che chiediamo ai sindaci è un segno di civiltà e un segnale importante, anche se non sempre si riesce a farla rispettare! Sappiamo bene come gli animali, sia domestici che selvatici, al rumore dei fuochi di capodanno, impazziscono correndo il rischio di subire gravi conseguenze. Ma sebbene siano acclarati i danni agli animali, oltre che agli umani, non tutti vogliono rinunciare a questa tradizione! Le tradizioni spesso rappresentano parte della nostra identità culturale, ma vanno anche adattate alle nuove esigenze e normative come è normale che sia in una nazione civile”.

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Al di là del frastuono, i fuochi artificiali, sono causa anche di un grave inquinamento, con emissioni di particolato fine e composti altamente pericolosi, tra cui metalli e perclorato d’ammonio. A seconda della composizione delle polveri, possono essere emessi metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico e altri con valori non trascurabili. E’ dimostrato come la notte di capodanno si registri un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore a quello dell’attività di un anno di numerosi inceneritori! Il danno è amplificato dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche.

Infine, va considerata l’enorme quantità di rifiuti generati dai fuochi, soprattutto per quelli detonati in mare. L’alluminio, a contatto con l’acqua salata del mare, può modificarsi e rilasciare sostanze nocive. Anche il contenitore, costituito da cartone e alluminio, andrà ad inquinare l’ambiente e il mare. Sappiamo che serve coraggio, ma iniziamo ciascuno di noi a dare l’esempio. Evitiamo di sparare i botti e, magari, devolviamo in beneficienza i soldi risparmiati o acquistiamo alberi per contrastare i cambiamenti climatici”.

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Si stima che ogni anno in Italia migliaia di animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, tra cui rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio alla cieca e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia.

Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea stress e spavento da indurli a fuggire dal rumore insopportabile. Ciò è dovuto alla loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana. L’uomo ha un udito compreso tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15.000 hertz. Cani e gatti, invece, hanno facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz, il gatto fino a 70.000 hertz. Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare addirittura l’aborto da trauma da spavento.

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Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori che ogni fine anno devono intervenire per soccorrere animali e per gravi incidenti alle persone. Ricordiamo che l’articolo 703 del codice penale recita: “Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (…) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a euro 103, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese”.

Per quanto riguarda i sindaci della penisola sorrentina, quello di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani, come già accaduto negli ultimi anni, ha accolto l’invito del Wwf ed ha emanato l’ordinanza che vieta i botti. Lo stesso ha fatto il suo collega di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli, che addirittura ha vietato i petardi fini al prossimo 6 gennaio. Il primo cittadino di Piano di Sorrento, Salvatore Cappiello, ha chiesto ai propri concittadini di evitare i fuochi ponendo loro il quesito: “Hai davvero bisogno di un divieto per dire no ai botti di Capodanno?”.

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