Amianto abbandonato in diverse aree della penisola. Denuncia del Wwf

SORRENTO. Sversamenti illeciti di materiali pericolosi per la salute rilevati in diverse parti della penisola sorrentina. La segnalazione arriva dalla sezione locale del Wwf.

 

L’ultimo rinvenimento risale ad oggi, quando è stata riscontrata la presenza di ondulati e tubature contenenti amianto tra il Picco Sant’Angelo e via Campitiello, nel territorio di Sorrento.

Solo qualche giorno fa alcune lastre di eternit, invece, erano state individuate nella zona di Ticciano, a Vico Equense. Agli inizi di febbraio altri manufatti contenenti amianto sono stati avvistati presso la frazione di Torca, a Massa Lubrense. A Piano di Sorrento, invece, il materiale cancerogeno è stato scoperto sulla copertura di un’autorimessa di via dei Platani e lungo via Meta Amalfi.

Una serie di rinvenimenti, dunque, per i quali il Wwf ha chiesto l’intervento delle autorità per la bonifica delle aree interessate dagli sversamenti e per accertare le eventuali responsabilità.

“Quello dell’amianto è un problema serio – spiega Claudio d’Esposito, presidente del Wwf penisola sorrentina – anche se troppo spesso è preso sotto gamba dagli stessi cittadini, che sottovalutano l’enorme pericolo costituito dalle fibre di asbesto capaci, se inalate, di causare gravi e mortali patologie. L’amianto è ovunque. È stato il materiale più usato per decenni e qualcuno, in tutta ignoranza, stenta ancora a credere che le sue invisibili fibre possano essere realmente letali. Molte persone non esitano a maneggiare tali materiali con disinvoltura ed a disfarsene abbandonandoli al suolo, ai margini delle strade, nelle campagne, nei rivi e nei boschi, nella convinzione di essere più furbi degli altri. La verità è che i costi di smaltimento, tra pratiche, recupero e conferimento negli appositi siti, sono notevoli e anche per una sola tegola di amianto raggiungono migliaia di euro. Riteniamo – conclude d’Esposito – sia auspicabile e razionale che le amministrazioni comunali e gli enti regionali preposti organizzino quanto prima un servizio pubblico di raccolta e smaltimento di piccole quantità di tali materiali. Di sicuro non si risolverà in toto il problema ma sarebbe un importante passo avanti, e tante persone non avrebbero più l’alibi per disperdere tale materiale nell’ambiente”.

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