SORRENTO. Volge al termine anche quest’anno la tre giorni dedicata al Trofeo “Eduardo de Martino”, una delle regate più importanti del Sud Italia. L’evento, giunto alla sua ventiseiesima edizione, si è riconfermato un vero e proprio spettacolo per gli amanti del mare e della vela.
A contendersi il prestigioso trofeo sono giunte trentasette imbarcazioni (di cui ventisette a vela latina) da Campania, Puglia, Sicilia e Calabria.
Ormeggiate nel porto di Sorrento, le numerose barche d’epoca a vele spiegate hanno offerto un colpo d’occhio straordinario. La manifestazione ha avuto luogo nello specchio d’acqua antistante la penisola sorrentina e ha attratto centinaia di turisti e curiosi, oltre che ad appassionati di vela latina.
Nella sezione gozzi ha trionfato il Don Giovanni, seguito dal S.M.Lauro e dal S.Rosa; tra i gozzetti ha, invece, prevalso Zaira, piazzatosi al primo posto.
Alla Kermesse ha partecipato anche l’otto metri Stazza Internazionale “Italia”, che nel 1936 conquistò l’oro alle olimpiadi disputate a Kiel. Dichiarata nel 2002 “imbarcazione di importante interesse storico” dal Ministero dei Beni Culturali, la barca è stata restaurata proprio quest’anno (due anni di lavori coordinati dallo stesso Ministero) e riportata al colore originale, il nero.
Proprio l’imbarcazione Italia ha scalato il gradino più alto del podio nella classe “regate”; secondo posto per Finimondo, terzo per Aquila.
Anche quest’anno, inoltre, la manifestazione è stata l’occasione per ricordare la figura di Giovanni “Giò Giò” Antonetti, avvocato, skipper e cultore delle tradizioni marinaresche, tragicamente scomparso a maggio dell’anno scorso.
Più di un quarto di secolo è trascorso, dunque, dalla prima edizione del trofeo, ma lo spirito di lealtà e gli alti valori di partecipazione sono rimasti integri negli anni.
Merito degli organizzatori che continuano a promuovere la passione per la gloriosa storia marinara della penisola sorrentina. Una storia che mai potrà essere dimenticata finché eventi del genere continueranno a ricordare le tradizioni della nostra terra.
di Giuseppe Morvillo