Dal prof Corcione i consigli al futuro sindaco per migliorare Sorrento

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È appena uscito dal blocco operatorio, è stanco. Ma la parola magica che gli fa subito tornare il sorriso è Sorrento. Franco Corcione, professore ordinario di chirurgia e chirurgia oncologica mininvasiva alla Federico II, è un sorrentino di adozione. Una terra, la penisola sorrentina, che oltre a donargli la moglie, lo ha conquistato da sempre, tanto che proprio a Sorrento trascorre i suoi giorni di riposo.

Professore, lei è lontanissimo dalla politica, ma non da Sorrento. Di cosa ha bisogno questa città?
“Di piccole cose, aggiusti li definirei. Il Creatore ha abbondato con questa terra straordinaria. Ora si tratta solo di mettere un poco di ordine in più”.

Per esempio?
“Penso al traffico e in particolare alle moto e ai motorini. Nella ragnatela dei vicoletti che unisce il corso Italia a via Rota e a via Califano bisognerebbe inibire il passaggio alle due ruote anche con strutture se necessario. È in quei vicoletti che si assapora la vera Sorrento fatta di silenzi e profumi provenienti dai giardini. A volte basta una moto per rompere l’incantesimo e vedi turisti impauriti appiattirsi lungo i muri. Chi va in auto o in moto per la città deve seguire solo gli anelli stradali grandi e deve andare piano. Personalmente utilizzerei molto anche i dissuasori di velocità. Eliminerei, poi, anche i grandi bus turistici e i grandi camion. Sorrento come tutta la penisola sorrentina va affrontata come un’isola. E allora bus piccolini, trasporti piccoli ed ecologici. Sorrento è sempre stata sinonimo di quiete. Deve riappropriarsi di questa sua caratteristica”.

Cosa consiglierebbe al nuovo sindaco?
“Di guardare anche al di fuori del proprio territorio. Sorrento è parte importantissimo del Golfo di Napoli. Da due anni c’è la bandiera blu a Sorrento e in altri centri della penisola sorrentina. Ma non basta. Bisogna guardare avanti, immaginare quel mare sempre limpidissimo che ha accompagnato il lockdown. Bisogna cercare gli scarichi, bisogna battersi per disinquinare definitivamente il Sarno. Sorrento da questo punto di vista dovrebbe essere il Comune trainante. La sua capacità turistica, le sue fortune economiche sono indissolubilmente legate alla salvaguardia ambientale. Questo è un capitolo da cui non si può prescindere oggi per garantire un futuro alle nuove generazioni”.

A proposito: Sorrento secondo lei è una città per giovani?
“Per i giovani si può e si deve fare molto di più. La cura della propria salute, ad esempio, è un altro elemento importante. Perché non prevedere percorsi ginnici dove poter fare attività fisica all’aperto senza dover schivare auto o motorini. Penso alla pineta Le Tore o ai bagni della Regina Giovanna. Ci sono territori naturali bellissimi, si tratterebbe solo di attrezzarli per renderli fruibili in sicurezza. Questo è un tema che potrebbe essere importante da inserire anche nell’offerta turistica del territorio”.

di Antonino Pane da Il Mattino

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