Vico Equense. Cultura: alla scoperta dell’Asturi futurista

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Il Comune di Vico Equense, attraverso l’assessorato alla Cultura, giovedì 10 giugno 2021, alle ore 18, nel Museo Antonio Asturi in piazzale Giancarlo Siani, presenterà il libro di Salvatore Guida “Asturi Futurista”. Oltre all’autore interverranno il sindaco Andrea Buonocore, l’assessore alla Cultura Annalisa Donnarumma, il delegato per i beni culturali dell’arcidiocesi Sorrento–Castellammare di Stabia don Pasquale Vanacore e l’ex dirigente della Soprintendenza Beni storico artistici di Napoli Ida Maietta.

Sarà allestita all’interno del museo anche una mostra temporanea, sulla visione e il rapporto dell’artista con il Futurismo, con l’esposizione di alcune opere fornite in prestito per l’occasione dalla famiglia, che potrà essere visitata tutti i giorni fino al 20 giugno dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20.

“Con questa pubblicazione – commenta il sindaco Buonocore – l’amministrazione comunale vuole rinnovare il proprio riconoscimento alla figura e al lavoro di Antonio Asturi che attraverso la sua geniale opera ha dato lustro al panorama artistico della nostra città”.

Grazie alla ricostruzione fatta da Salvatore Guida, nipote dell’artista, sulla scorta di diari e appunti inediti, scopriamo un aspetto di Asturi sinora rimasto nell’ombra e possiamo ripercorrere i tempi di quella che dopo qualche anno egli, forse troppo riduttivamente, avrebbe definito la sua “sbandata” futurista. Molti critici e storici dell’arte hanno sorvolato sull’influenza che l’artista subì durante il secondo periodo del Futurismo dai padri fondatori.

Antonio Asturi conobbe e ritrasse i suoi più autorevoli esponenti; Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Giovanni Papini, Fortunato Depero, Massimo Campigli, Emilio Notte. All’età di 18 anni l’artista di Vico Equense visse a Trieste da militare, qui incontrò una pittura così diversa dalla sua, da esserne rapito. Trieste negli anni ’20 come Parigi e Milano diventa una capitale del Futurismo e Asturi iniziò ad ammirare la pittura dei vari Marchigh, Carmelich, Spazzapan da restarne affascinato.

Nelle sue prime opere futuriste si ritrovano molte tecniche e stili dei futuristi trentini conosciuti durante gli anni vissuti in terra giuliana. Asturi dal 1925 visse prevalentemente a Roma ospite di Ernesto Guerrieri suo scopritore e mecenate che intuito il talento e la bravura del pittore lo introdusse nei più autorevoli circoli culturali della capitale. Già nel 1928 sul giornale “Profamilia” si scriveva delle tendenze futuriste di Asturi (come ci riporta il nipote Salvatore) pur mantenendo la propria vocazione impressionista.

Sono degli anni ’30 alcuni disegni e due autoritratti che Salvatore ha inserito nel suo studio di chiara matrice futurista. Si arriva nel 1935 agli incontri con i fondatori del movimento ossia il ritratto che Asturi eseguì a Marinetti al circolo adriatico di Roma. Qui fu chiesto ad Asturi di aderire al movimento, ma il pittore della costiera sorrentina non rispose anzi iniziò ad interessarsi alle tematiche futuriste in tutti i suoi aspetti, conobbe altri pittori con cui si confrontava come Carlo Carrà, Emilio Notte, Fortunato Depero.

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